Un tweet per interrompere una relazione lunga 15 anni. “Vista l’escalation di eventi degli ultimi giorni, lo Schalke 04 ha deciso di togliere la scritta Gazprom dalle maglie”. Una scelta netta dalla società di Gelsenkirchen, storico club tedesco oggi in seconda divisione, che in questo modo ha annunciato lo stop del rapporto con la società energetica statale russa che sponsorizza le sue maglie dal 2007. A partire dal prossimo fine settimana, al posto del logo Gazprom, sul petto dei giocatori ci sarà solo la scritta “Fc Schalke 04”. Un modo per rispondere alle critiche da parte di tifosi e media tedeschi che chiedevano un segnale dopo l’invasione russa del suolo ucraino, visto il rapporto dello Schalke con una delle aziende più vicine al presidente russo Vladimir Putin. Il club, peraltro, non è il solo legame di Gazprom con il mondo del calcio: il colosso energetico sponsorizza sia altre squadre (come la Stella Rossa di Belgrado e lo Zenit San Pietroburgo), sia la Champions League, per la quale si è speso affinché la finale di quest’anno si svolgesse in Russia. Nonostante i 50 milioni di euro che ogni anno riceve da Gazprom, però, dopo l’aggressione russa l’Uefa ha deciso di cambiare sede al match, spostandolo da San Pietroburgo a Parigi.

Cosa significa per lo Schalke
Le prime reazioni dal club non si erano fatte attendere. “Siamo scioccati dalle immagini che arrivano dall’Ucraina”, aveva dichiarato in conferenza il capo ufficio stampa dello Schalke Marc Siekmann. Il peso di un simile partner per un club che milita nella Serie B tedesca cominciava a farsi sentire, nonostante la storia del club di Gelsenkirchen, una delle società più titolate di Germania, e l’assegno di 9 milioni di euro staccato da Gazprom che, in caso di ritorno nella massima serie tedesca, la Bundesliga, sarebbe arrivato a 15 milioni più 3 di bonus. Una vera manna dal cielo per una società che ha chiuso l’ultimo esercizio di bilancio con un passivo di 237 milioni di euro. L’accordo, rinnovato a fine 2021 e oggi a scadenza nel 2025, comprende anche il sostegno di Gazprom ai progetti sociali del club, come “Schalke aiuta!”, dedicato ad aiutare la popolazione locale della Ruhr, o la “Fondazione Gerald Asamoah per i bambini con malattie cardiache”. Nonostante il sostegno ad attività anche sociali del club i tifosi non hanno però risparmiato le critiche allo sponsor e persino i media tedeschi hanno scelto di boicottare i russi: la Bild, infatti, aveva deciso di sostituire la scritta Gazprom nelle foto dello Schalke 04 con lo slogan “Libertà per l’Ucraina”. Vista la scelta del club adesso non sarà probabilmente più necessario.

Il riposizionamento societario
Anche l’organigramma della società ha dovuto subire qualche cambiamento. È stato infatti costretto a lasciare lo Schalke Matthias Warnig, Ceo del gasdotto Nord Stream 2, adesso sospeso, e membro cooptato anche del consiglio di sorveglianza del club, dopo essere stato colpito dalle sanzioni degli Stati Uniti. Scelto da Gazprom nel 2019, Warnig ha una lunga carriera come uomo di fiducia dei russi in giro per l’Europa sin dal 1974, quando era una spia della Stasi, e conosce personalmente Putin dagli anni Ottanta, quando l’attuale inquilino del Cremlino lavorava nella Repubblica Democratica Tedesca. Un simile cambiamento lo Schalke non ha mai dovuto attuarlo, nemmeno nel 2014 quando, durante la conquista della Crimea, l’allora presidente del club Clemens Tönnies, non aveva voluto interrompere il rapporto con Gazprom. Il tentativo iniziale del club, che aveva definito Gazprom Germania “la filiale tedesca della compagnia energetica statale russa Gazprom, un partner affidabile per lo Schalke 04 e un importante fornitore di gas della Repubblica Federale Tedesca” sperando di poter attutire il colpo, non è bastato.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Domeniche bestiali – La traversa rotta di Baiso: un nuovo giallo dalla Promozione Emilia-Romagna

next
Articolo Successivo

Ti ricordi… Tino Asprilla, Colombia andata e ritorno: i rubinetti, gli occhiali da sole e i gol capolavoro. Ora ha un’azienda di preservativi

next