La variante BA.2 di SARS-CoV-2, attualmente chiamata Omicron 2, dovrebbe costituire una variante di preoccupazione a sé, viste le caratteristiche virologiche e patogeniche che la distinguono dal ceppo precedente. Lo suggerisce uno studio, pubblicato sul sito di pre-print biorXiv, condotto dagli scienziati dell’Università di Tokyo, dell’Università di Kumamoto, dell’Università di Hokkaido, dell’Università di Kyoto e dell’Istituto Weizmann per le Scienze. Il team, guidato da Daichi Yamasoba, ha valutato le caratteristiche del nuovo lignaggio virale BA.2, considerato attualmente un sottogruppo della variante Omicron (B.1.1.529 o BA.1) e diffusosi rapidamente a livello globale.

Rilevata per la prima volta in Sudafrica nel novembre 2021, la variante Omicron si è rapidamente trasmessa in tutto il mondo, con un tasso di contagio più elevato delle varianti precedenti. Nel febbraio 2022, diversi paesi, tra cui Danimarca e Regno Unito, hanno sequenziato un nuovo ceppo nominato BA.2, considerato un sottogruppo della variante Omicron. In questo studio, gli scienziati hanno valutato le caratteristiche virologiche delle mutazioni associate a queste due varianti, evidenziando le numerose differenze che le contraddistinguono. Gli esperti hanno condotto una serie di esperimenti in laboratorio e in un modello animale, elaborando anche un sistema statistico per quantificare il tasso di diffusione delle diverse varianti.

I ricercatori hanno quindi scoperto che il tasso di riproduzione di BA.2 è 1,4 volte superiore rispetto a quello del ceppo precedente. Gli studiosi hanno constatato che l’immunità umorale indotta dal vaccino non produce gli stessi effetti nelle due varianti e anche l’antigenicità risulta differente. Secondo quanto emerge dagli esperimenti in colture cellulari, infatti, BA.2 è più replicativo nelle cellule epiteliali nasali umane rispetto a BA.1. Questi dati, sottolineano gli autori, suggeriscono che Omicron 2 potrebbe quindi costituire un rischio per la salute globale potenzialmente superiore rispetto alla variante Omicron.

“Le caratteristiche virologiche delle nuove varianti SARS-CoV-2 emergenti, come la trasmissibilità, la patogenicità e la resistenza all’immunità indotta dal vaccino e ai farmaci antivirali – scrivono gli scienziati – rappresentano un’urgente preoccupazione per la salute globale”. L’analisi filodinamica, riportano gli esperti, suggerisce che il lignaggio BA.1 è stato temporalmente antecedente rispetto ai ceppi considerati. Secondo i dati degli scienziati, inoltre, tutti i ceppi più preoccupanti legati al lignaggio di B.1.1.529 sembrano emersi nella provincia di Gauteng, in Sudafrica. Le previsioni indicano che l’epidemia di BA.2 potrebbe espandersi ulteriormente in tutto il mondo. “È fondamentale chiarire con precisione le caratteristiche virologiche di BA.2 – aggiungono gli autori – Omicron 2 viene considerata un sottogruppo di BA.1, come suggerisce la stessa denominazione attuale, ma le loro sequenze genomiche sono molto distanti, così come le loro caratteristiche virologiche. Abbiamo dimostrato che BA.2 presenta un tasso di riproduzione più elevato, una maggiore patogenicità e una migliore resistenza all’immunità umorale”. Gli esperti, che hanno utilizzato un modello animale di criceti, precisano che sarà necessario valutare le differenze nelle risposte immunitarie provocate dalle due varianti in una coorte umana. “I nostri dati – concludono – sollevano una preoccupazione per cui BA.2 dovrebbe essere nominata con una nuova lettera dell’alfabeto greco e considerata una variante di preoccupazione a sé. Il nostro lavoro indica che BA.2 rappresenta la variante maggiormente preoccupante per la salute globale, per cui sarebbe opportuno monitorare attentamente la sua diffusione”.

Valentina Di Paola

Lo studio

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