L’Italia è l’unico paese in Europa dove negli ultimi 30 anni i salari sono diminuiti e anche se l’occupazione è tornata a crescere dopo due anni di pandemia è vero anche che i contratti sono precari e i salari offerti arrivano a 5 euro l’ora, addirittura 3 euro e mezzo l’ora. PresaDiretta con la puntata “Il salario minimo”, in onda lunedì in prima serata su Rai 3, entra nel mondo del lavoro, malpagato e sfruttato.

Per capire chi sono i lavoratori e le lavoratrici che prendono questi stipendi, PresaDiretta ha raccolto testimonianze in ogni settore. Nella giungla dei cosiddetti “contratti pirata”, si contano quasi 1000 contratti collettivi, spesso applicati a poche decine di lavoratori, con paghe da fame e zero diritti. La politica ha promesso più volte uno sfoltimento, ma sono ancora tutti lì.

E ancora. La questione cruciale del salario minimo, la legge che stabilisce una soglia al di sotto della quale lo stipendio non può scendere. In Europa il salario minimo esiste già in 21 Paesi su 27 e la presidente della Commissione europea Von Der Leyen ne ha fatto la sua una battaglia politica: portare in tutti i paesi membri un salario dignitoso.

In Italia ancora non c’è, ma quale sia l’attenzione per il tema nel dibattito politico nel nostro Paese è chiara nelle parole del ministro del Lavoro Andrea Orlando intervistato da Riccardo Iacona: “Credo che ci siano le condizioni a patto naturalmente di costruire anche le condizioni di un consenso tra le forze sociali perché è chiaro che non può essere una scelta che in qualche modo viene fatta scavalcando Confindustria e sindacato. Però va anche detta una cosa che questa scelta ci costringerà a scavalcare Confindustria e sindacato se nel frattempo non si rivedono i meccanismi della contrattazione”.

Usiamo il salario minimo – dice Orlando – per stimolare il meccanismo contrattuale, per fare in modo tale che anche negli ambiti dove il sindacato non riesce ad arrivare le persone siano garantite, come sta succedendo in Germania”.

In Germania il salario minimo esiste dal 2015 e PresaDiretta è andata a vedere che risultati ha prodotto. Appena introdotto era di 8 euro e 50 centesimi all’ora ma dal primo gennaio del 2022, è salito a 9 euro e 82 centesimi. Una misura che ha coinvolto fin da subito circa 4 milioni di lavoratori.

Eppure, quando è entrata in vigore la legge, i sindacati tedeschi non erano d’accordo. “Temevano che la contrattazione collettiva venisse penalizzata” dice Florian Moritz del DGB, il più grande sindacato in Germania, intervistato da Elena Stramentinoli. “Ma poi abbiamo visto che i contratti collettivi venivano applicati a sempre meno lavoratori e che comportava una diminuzione dei salari dei lavoratori. Per questo ci siamo detti ‘dobbiamo fissare un minimo legale al di sotto del quale i salari non devono scendere’”.

Nel reportage di Presadiretta anche le storie di chi ha perso la vita mentre lavorava attraverso le voci dei parenti e dei colleghi.

Infine, un altro aspetto del mercato del lavoro: il ruolo della finanza e delle grandi multinazionali. L’hanno chiamata “finanziarizzazione del lavoro”, ma quali sono le sue conseguenze? In che modo conciliare le politiche industriali con le esigenze dei grandi gruppi finanziari che acquistano le nostre aziende?

IL SALARIO MINIMO è un racconto di Riccardo Iacona con Giuseppe Laganà, Elena Stramentinoli, Marianna De Marzi, Roberta Pallotta. Film-maker Lorenzo Calanchi, Pablo Castellani, Fabio Colazzo, Alessandro Marcelli e Massimiliano Torchia.

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