“Non è che l’edilizia non funziona senza superbonus. Chi più tuona sul superbonus, sulla necessità che le frodi non contino e che si vada avanti lo stesso, sono quelli che hanno scritto la legge che permette di fare lavori senza controlli. Su un depliant delle Poste c’è scritto che non è necessario presentare alcuna documentazione, che è sufficiente verificare di essere titolari del credito. Se ci troviamo in questa situazione è perché si è voluto costruire un sistema con pochissimi controlli”. Mario Draghi durante la conferenza stampa sulla riforma del Csm va all’attacco del Movimento 5 Stelle, che nel 2020 ha fortemente voluto lo sconto fiscale del 110% per i lavori in casa con l’obiettivo dichiarato di rilanciare la crescita e al tempo stesso promuovere la tutela dell’ambiente. Riccardo Fraccaro, padre della norma, risponde a stretto giro: “Draghi sbaglia due volte: la prima perché fa di tutta un’erba un fascio confondendo il Superbonus con tutti gli altri bonus. La seconda perché riconduce tutte le truffe al solo Superbonus 110%. Come confermato dal ministro Franco le truffe sono quasi esclusivamente relative ad altri bonus. Alla luce di queste dichiarazioni viene meno ogni alibi. Il governo lavori subito per far ripartire i cantieri del Superbonus bloccato ormai da troppe settimane”. Fraccaro pubblica la tabella dell’agenzia delle Entrate che elenca le frodi riscontrate sui bonus, dimostrando che il 110% è quello con meno truffe verificate: bonus facciate 46%, Eco-bonus 34%, bonus locazioni/botteghe 9%, Sisma bonus 8%, Superbonus 3%.

I fatti dicono che Finanza e Entrate hanno finora scoperto truffe sui vari bonus edilizi per un valore di 4,4 miliardi. Il titolare del Tesoro ha in effetti confermato che i bonus falsificati “riguardano poco il 110 e soprattutto gli altri”. Ma il punto non è questo. Il numero uno delle Entrate Ernesto Maria Ruffini in audizione ha spiegato che il vero problema è il meccanismo semplificato di cessione del credito per tutte le tipologie di detrazioni, da quello per le facciate al sismabonus albonus ristrutturazione ordinario, introdotto con il decreto Rilancio del governo Conte 2, quello che ha anche creato il Superbonus. La circolazione dei crediti d’imposta “qualora attuata tramite una catena di cessioni particolarmente articolata e simulata con perizia rende complesso per l’intermediario finanziario valutare, nell’esercizio dell’ordinaria diligenza professionale, la liceità dell’operazione, con il rischio di prendere parte involontariamente a condotte fraudolente, contigue anche al riciclaggio di denaro. Infatti, riguardo a un credito oggetto di plurime cessioni può risultare sostanzialmente priva di efficacia una verifica svolta solo nei confronti dell’ultimo cessionario che ne chiede la monetizzazione”, ha dettagliato Ruffini.

Per correre ai ripari il governo nel decreto Sostegni ter ha bloccato tout court la cessione multipla dei crediti paralizzando di fatto il mercato. A breve, su richiesta di tutta la maggioranza, è atteso un nuovo intervento che ammorbidirà la norma consentendo la cessione agli istituti finanziari vigilati da Banca d’Italia. Il premier nel frattempo ha pensato di sganciare la bomba. Già a dicembre aveva rilevato come lo sconto fiscale del 110% per i lavori in casa avesse creato “distorsioni” e incentivato frodi, ma alla fine aveva deciso di accontentare i partiti e non introdurre un tetto Isee per accedere al credito di imposta limitandosi a un primo intervento contro le truffe evidentemente insufficiente. Ora attacca: “L’edilizia non si è fermata, il funzionamento del super bonus ha rallentato, non si è fermato, non per gli ostacoli ma per i sequestri deliberati della magistratura a fronte di frodi”. E la colpa, è il succo, è di chi ora chiede la marcia indietro.

Il ministro Franco ha ricordato che “le cessioni di bonus edilizi intercettate dall’Agenzia delle entrate ammontano a oltre 4 miliardi, di questi 2,3 già sono stati oggetto di sequestro, una quota significativa è già stata incassata. Il quadro, fin quando non siamo intervenuti a novembre, era caratterizzato dalla mancanza di strumenti di verifica che ha fatto sì che questa moneta fiscale potesse non solo circolare liberamente ma anche venire falsificata“. Da novembre il governo è intervenuto “cercando di riportare normalità in questo contesto. Abbiamo introdotto visto conformità e asseverazione per bonus diversi dal 110. A novembre abbiamo dato all’Agenzia delle entrate poteri di controllo ex ante: ha 5 giorni per verificare la bontà delle segnalazioni che riceve. Con il decreto numero 4 di quest’anno siamo intervenuti sul numero di cessioni. È il susseguirsi di cessioni che fa sì che si perda qualsiasi possibilità di ricostruire la situazione. Quindi le abbiamo limitate”. Adesso “tutto si può fare ma resta fondamentale evitare ulteriori truffe che sono tra le più grandi che questa Repubblica abbia visto. L’importante è che si riprenda l’attività, che tutti gli intermediari tornino ad accettare le richieste e che il mercato riparta in modo più sicuro di prima. Asseverazione, controllo ex ante dell’Agenzia delle entrate, limiti al numero di cessioni dei crediti vanno tutti nella direzione di assicurare certezza agli operatori. Quindi massima priorità a far funzionare questo meccanismo ma deve funzionare in condizioni di certezza che aiuteranno il sistema a funzionare meglio”.

Articolo Precedente

Inflazione, in Germania a gennaio +4,9%. Negli Usa i prezzi volano del 7,5%: il tasso più alto da quarant’anni. Fed verso la stretta a marzo

next
Articolo Successivo

Bonus edilizi e truffe allo Stato, perché il Superbonus non c’entra. E la stretta sulle cessioni dei crediti fiscali è “ingiustificata”

next