Di solito la notte di San Lorenzo capita ogni 10 agosto: quest’anno, come ampiamente previsto, la notte delle stelle cadenti è già iniziata. Le finte 5Stelle grilline hanno iniziato a cadere all’impazzata.

Diciamo la verità: solo certa stampa e certe trasmissioni televisive hanno sempre raccontato la storia del Movimento con enfasi, dando credibilità a personaggi e comportamenti grotteschi e ridicoli. Un Movimento che in passato è stato gestito anche da una società privata, la quale prendeva soldi da multinazionali e società quotate in borsa, e fintamente capeggiato da un comico.

Da qui è partito tutto. Letteralmente scappati di casa catapultati nelle istituzioni con il grido ormai sparito di onestà e uno vale uno. Dove l’ignoranza veniva sdoganata e sostituita dai finti like dei social. Dove l’incompetenza ha sostituito la credibilità della scienza e delle professioni. Insomma, un partito fintamente nuovo che ha ben presto dimostrato che anche in politica l’incompetenza, la non credibilità e l’incoerenza a lungo andare non pagano.

Su questa finta novità molti mercenari ci hanno investito per ottenere poltrone e incarichi. Il tutto sostenuto da una certa “informazione” e utile a narrare il finto mondo perfetto dei grillini.
Ma come nelle favole anche i più brutti incantesimi prima o poi svaniscono.

Questa brutta storia sarebbe durata anche di meno se non ci fosse stata la solita ditta del Pd a puntellare le fondamenta del Movimento. La ditta ha addirittura prima detto o Conte o il voto, poi lo aveva idealizzato come punto di riferimento dei progressisti poi come sempre accade si accomodata tranquillamente nel governo Draghi.

Ma non bastava, dopo che Grillo ha detto pubblicamente che Conte non è competente e non ha capacità politiche, il Pd voleva candidare Giuseppì alle suppletive per la Camera del Collegio del centro di Roma.
Ma anche qui il novello politico Conte ha dimostrato la sua inconcludenza e paura della realtà dei voti.
Meglio le dirette Facebook organizzate da Casalino. E altra figuraccia del Pd.

E voi direte, beh ora il Pd la smette. E no, continua.
Il Bettini di turno, che ancora non ho capito chi sia e a quale titolo parli, trama con Conte per il Quirinale. E il mondo grillino anche qui ci riempie di soddisfazioni. Una baraonda senza controllo. Conte, mi ricorda sempre di più il personaggio del film di Woody Allen in To Rome with Love.
Il protagonista è Roberto Benigni che interpreta Leopoldo Pisanello, un uomo qualunque che rimbalza per caso e senza motivo sulle scena mediatica nazionale, perseguitato dai giornalisti e esasperato da situazioni ai limiti dell’inverosimile. La situazione si capovolge quando la stessa tragicomica esperienza capita ad un altro uomo comune, facendo ritornare Leopoldo nella mediocre normalità e facendo rimpiangere i momenti di fama e notorietà immotivata ed illogica.

Ecco questo è e sarà il film di Conte. Un personaggio che si è innamorato del potere e delle conferenze stampa sempre più vuote e inverosimili. In questo quadro Conte ha addirittura complottato alle spalle di una parte del Pd e dello stesso 5Stelle per accordarsi con la Meloni e Salvini. Ma anche qui è stato mandato a casa.

E qui arriva il bello, mentre la Guardia di finanza entrava in casa di Conte per delle indagini relative a delle consulenze, scoppia anche il duello contro Luigi Di Maio. Forse l’unico che in quasi quattro anni di governo ha imparato qualcosa di politica e ha capito come tenersi la cara poltrona. Un duello fra piccole formiche che dimostra in via definitiva l’inutilità conclamata dei 5Stelle. Erano entrati per aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno e sono finiti per essere loro la scatoletta vuota.

Ora per la “battaglia” finale fra Conte e Di Maio basterà aspettare senza neanche perderci troppo tempo.
Meteore impazzite che si stanno sgretolando con l’incontro dell’atmosfera della realtà. Ma il problema principale resterà sempre lo stesso, non tanto per loro ma per chi ci ha creduto, speculato e pontificato sopra. A riveder le stelle cadenti.

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