La 28enne politica che si batte per il sociale, pasionaria femminista di sinistra, prima componente dichiaratamente bisessuale del Bundestag, Ricarda Lang, e il 46enne tedesco-iraniano musulmano, esperto di politica estera ed espressione dell’ala realista del partito, Omid Nouripour, sono il nuovo duo alla guida dei Verdi tedeschi in sostituzione di Annalena Baerbock e Robert Habeck che hanno traghettato il partito da forza di opposizione al Governo. L’elezione del nuovo binomio alla guida dei Bündnis90/Die Grünen era preannunciata ed è stata perfettamente inscenata, col solo imprevisto che Lang ha dovuto recitare il suo discorso di candidatura da casa e non di persona nel Velodromo di Berlino a fianco di Nouripour, perché positiva al Covid.

“Il mio nome è Ricarda Lang, ho 28 anni, appaio come sono, e sono assolutamente orgogliosa di fare politica in un partito dove nulla (il mio aspetto, ndr) decide su cosa mi venga affidato politicamente”, ha esordito in aperto riferimento agli insulti che accompagnano in Rete il suo lavoro anche contro il bodyshaming. Dal 2019 era già vicedirigente del partito ecologista e dall’attuale legislatura ne è anche deputata. I Verdi non sono una forza politica espressione di privilegiati, Ricarda è figlia di una mamma che l’ha allevata da sola ed è approdata nei Verdi dalla politica giovanile ed il lavoro in una Casa della donna. Ha maturato l’impegno politico anche vedendo come quest’ultima dovette chiudere per mancanza di fondi.

Lang incarna una fedeltà incondizionata agli ideali che non ammette compromessi e spesso contesta alla generazione precedente la mancanza di combattività nel perseguire incessantemente i traguardi di difesa ambientale, giustizia e pluralità sociali. Il suo programma prevede l’aumento dei sussidi di disoccupazione, un più alto emolumento agli assistenti sanitari, il contenimento del lavoro precario, più appoggi alle persone nelle zone rurali. Le è riconosciuta forza di analisi e talento, ma ha raccolto solo il 75,9% dei voti anche se non c’erano altre candidate. Sul risultato pieno, ma non plebiscitario, ha pesato che anche lei ha usufruito di un sussidio di 1.500 euro circa per il Covid nel 2020 al quale come dirigente del partito non aveva diritto e che, come anche Baerbock ed Habeck, ha immediatamente restituito. Le gratifiche hanno però dato luogo ad un’indagine della procura e per questo la base del partito ha minacciato di non approvare il bilancio del direttivo uscente. Con lei il partito spera comunque di raggiungere meglio la fascia giovanile, erodere le preferenze per i socialdemocratici ed allargare la base di consensi, diventando alla prossima legislatura la prima forza politica.

Il neo co-capo dei Verdi Omid Nouripour è arrivato invece in Germania a 13 anni a Francoforte sul Meno ed ha trovato spazio nel partito attraverso la via della lotta di protesta. Si è schierato contro l’impossibilità di mantenere la doppia cittadinanza confrontandosi a lungo contro il Governatore dell’Assia Roland Koch (CDU) e si è impegnato per anni contro il razzismo. Approdato al Bundestag si è proiettato nell’ambito della politica estera, facendosi apprezzare tra i compagni del partito. “Noi siamo quelli che non si piegano – ha detto dei Verdi – che si contrappongono alle ingiustizie”. Lo Statuto della formazione politica riconosce alla base un ampio diritto di parola, nell’ultima assemblea nazionale dei delegati sono state presentate suppergiù 3.500 istanze, segno di un vivace impegno degli iscritti, ma anche un vero incubo per la dirigenza, ed è stato elevato il numero di firme necessarie per presentare proposte ai prossimi appuntamenti congressuali. Sia Lang che Nouripour sono anche componenti della frazione parlamentare dei Verdi e non dovranno rinunciarvi, perché è stata respinta un’istanza che avrebbe voluto separare la carica di capo del partito da un mandato parlamentare.

Omid Nouripuor vuole adesso creare con Ricarda Lang delle strutture più professionali nella centrale, aiutare il partito a migliorare le comunicazioni ed evitare anche muovi errori in futuro nell’amministrazione delle finanze. Vuole raggiungere l’introduzione di un limite di velocità nelle autostrade e rendere il partito appetibile a tanti nuovi iscritti. Il traguardo – ha chiarito alla fine del suo discorso di candidatura – è di poter esprimere il prossimo cancelliere. Il suo stile, assai pragmatico, non appare in verità ancora capace di creare trasporto come ha fatto Robert Habeck durante la sua co-guida del partito. Nondimeno raccogliendo l’82,6% delle preferenze e affermandosi su due controcandidati, può confidare in un buon inizio per le sue nuove funzioni e fare dei Verdi una “forza guida di centrosinistra” in stimolo e critica anche agli stessi ministri Verdi. I precedenti ci sono già stati: quando nel 1998 Joschka Fischer era ministro degli Esteri e fu decisa la missione militare in Kosovo, la base del partito scricchiolò minacciando di fare saltare la coalizione di governo. La stessa sorte potrebbe toccare ad Annalena Baerbock se dovesse decidere di cedere a pressioni e dare il placet tedesco alla consegna di obici di artiglieria della ex DDR dall’Estonia all’Ucraina.

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