L’azzeramento dei i vertici della Corte di Cassazione da parte del Consiglio di Stato sarà oggetto di una riunione in presenza lunedì della V Quinta commissione del Csm (che si è riunita anche in remoto come risulta al Fatto Quotidiano) che si occupa di incarichi direttivi, per trovare una via d’uscita dopo la dichiarazione di illegittimità – che di fatto ha decapitato la Suprema corte – delle delibere di palazzo dei Marescialli che nel luglio 2019 aveva nominato Pietro Curzio come Primo presidente della Suprema Corte, e Margherita Cassano come sua vice, vetta mai prima raggiunta da una donna magistrato.

L’obiettivo è quello di indicare una via da seguire al plenum del Consiglio superiore della magistratura fissato per mercoledì 19 gennaio, due giorni prima della solenne cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario che si svolgerà come di consueto, anche se in modo molto ‘snello’ per la pandemia, proprio in Cassazione alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Intanto come riporta La Repubblica il “relatore estensore” di entrambe le sentenze (su Curzio e Cassano), il consigliere di palazzo Spada Alberto Urso, nel 2018 aveva superato il concorso per entrare in quota Consiglio di Stato dopo prove scritte e orali, valutate da una commissione esaminatrice di cui faceva parte anche Angelo Spirito, ovvero il consigliere della Suprema corte che è uscito vincitore dalla bocciatura di Curzio e Cassano presentando un ricorso contro un precedente verdetto del Tar che aveva confermato le nomine. Urso, interpellato da Repubblica, non ha commentato mentre Spirito, ha spiegato di non sapere che ci fosse Urso. Non c’era un obbligo di astensione, ma secondo il quotidiano un possibile conflitto di interessi sì.

La decisione del Consiglio di Stato è arrivata alla vigilia della solenne cerimonia di apertura dell’anno giudiziario venerdì prossimo in Cassazione alla presenza delle massime cariche dello Stato. Il Consiglio di Stato ha ribaltato la sentenza del Tar del Lazio che, invece, aveva confermato le nomine e respinto le lamentele di Spirito.
Il Csm potrebbe riadottare gli stessi provvedimenti cambiando le motivazioni. Nel mirino del Consiglio di Stato è finita la “sopravvalutazione delle esperienze professionali di Curzio” e la “prevalenza” dei meriti riconosciuti alla Cassano.

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