Rimane in carcere, ma il gip Agostino Pasquariello ha riformulato l’accusa nei confronti di Azhar Mohssine, il 32enne patrigno della piccola Fatima (3 anni) che giovedì sera è precipitata dal quinto piano di un palazzo nel centro di Torino mentre era tra le sue braccia. Per il giudice, l’accusa è adesso quella di omicidio colposo e non più omicidio volontario con dolo eventuale, come ipotizzato al momento del fermo.

Questa decisione accoglie quindi in parte le richieste avanzate dalla difesa dell’uomo di origini marocchine, seguito dall’avvocato Alessandro Sena, dopo che ieri l’uomo ha confessato che la bimba è caduta mentre i due stavano giocando in terrazzo.

Secondo la ricostruzione dell’uomo, ancora al vaglio degli inquirenti, il giorno della tragedia lui e la bambina si trovavano sul balcone. Per farla divertire l’avrebbe lanciata in aria e ripresa, ma per errore la piccola è precipitata nel vuoto per cinque piani. Nonostante fosse arrivata al pronto soccorso in condizioni gravissime per un forte trauma cranico, un trauma toracico e lesioni ossee multiple riportate a seguito della caduta, nella notte i medici avevano provato un delicato intervento neurologico per salvarla, ma non c’è stato nulla da fare.

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