Si alza di nuovo la tensione tra Russia e Ucraina, dopo il cyberattacco a diversi siti istituzionali di Kiev di due giorni fa. E oggi il ministero della Trasformazione Digitale ucraino fa sapere che “tutte le prove indicano che dietro l’attacco informatico c’è la Russia”. “Mosca – aggiungono nel comunicato diffuso – continua a condurre una guerra ibrida” contro l’Ucraina “che va avanti dal 2014”. E intanto il New York Times riporta che il Cremlino potrebbe spostare le sue armi nucleari posizionandole non lontano dalle coste americane.

Non solo le truppe di Mosca ammassate ai confini orientali del Paese e che da mesi fanno temere a Kiev e gli alleati internazionali una nuova invasione militare, sulla falsa riga di quella in Crimea del 2014. Adesso il Paese di Vladimir Putin, secondo la versione dell’Ucraina, sta cercando di minare la tenuta del presidente Volodymyr Zelensky anche sfruttando i cyberattacchi. “L’obiettivo” della Russia “non è solo quello di intimidire la società. È di destabilizzare la situazione in Ucraina fermando il lavoro del settore pubblico e minando la fiducia nelle autorità da parte dei cittadini”, prosegue il ministero nella nota esortando gli ucraini “a non farsi prendere dal panico. Tutti i dati personali sono protetti in modo affidabile nei registri statali”.

Intanto dal Cremlino arrivano messaggi apparentemente distensivi, almeno sul fronte militare con l’Ucraina. Il portavoce Dmitry Peskov in un’intervista alla Cnn ha infatti ammesso che la tensione alla frontiera tra Russia e Ucraina “è troppo alta” e ha definito “estremamente pericolosa la situazione per il nostro continente. C’è troppa tensione alla frontiera, c’è troppa tensione in questa parte d’Europa”, ha aggiunto. È per questo, ha continuato, che “stiamo insistendo per ricevere una risposta diretta alle nostre preoccupazioni, una risposta estremamente specifica alle nostre proposte estremamente specifiche”. Nei giorni scorsi, dopo i colloqui poco fruttuosi a Ginevra, Bruxelles e Vienna, il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha infatti dato tempo fino alla prossima settimana a Stati Uniti e Nato per rispondere alle richieste di garanzie avanzate da Mosca, a cominciare dall’impegno a non allargare l’Alleanza all’Ucraina.

Nell’intervista, Peskov ha comunque respinto le accuse di escalation militare russa o di un attacco contro l’Ucraina. “Vedete che questo non sta avvenendo – ha scandito – Questa è la prima cosa, la seconda e che abbiamo ascoltato la dichiarazione del consigliere per la Sicurezza nazionale americano Jake Sullivan e ha promesso di pubblicare le prove delle accuse entro 24 ore. Se non sbaglio, le stiamo ancora aspettando”. Il riferimento è anche all’allarme lanciato nei giorni scorsi dall’intelligence Usa, secondo cui la Russia avrebbe già mandato operativi sul terreno in Ucraina e “sabotatori” per creare il pretesto per un incidente e invadere l’est del Paese. “Lo sapete, viviamo in un mondo di accuse false, di fake news e in un mondo di bugie. E fino a quando non è dimostrato in qualche modo, da qualcosa di visibile o di comprensibile, continueremo a presumere che si tratti di una notizia falsa o di accuse false”.

Non solo. Secondo quanto riporta il New York Times, la Russia potrebbe spostare le sue armi nucleari posizionandole non lontano dalle coste americane, ricreando uno scenario che rievoca la crisi dei missili cubani del 1962. Si tratta di una delle misure ventilate da funzionari russi a margine delle trattative fra Mosca e i Paesi occidentali della scorsa settimana nel caso le richieste di Putin non fossero soddisfatte. “Alcuni suoi funzionari hanno suggerito che potrebbe perseguire gli interessi di sicurezza della Russia in modalità” diverse: “Ci sono stati suggerimenti, mai esplicitati, che le armi nucleari potrebbero essere spostate”, afferma il Nyt.

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