Sciolto il consiglio comunale di Ostuni, vicino Brindisi, per infiltrazioni mafiose. Lo ha deciso il Consiglio dei ministri su proposta della ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, motivando il provvedimento con gli “accertati condizionamenti sull’amministrazione comunale da parte della criminalità organizzata“. La gestione del Comune è stata affidata a una Commissione straordinaria per la durata di 18 mesi, a norma dell’articolo 143 del Testo unico degli enti locali (decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267), recita il comunicato stampa del Cdm. Per maggiori dettagli ci sarà da attendere la relazione della commissione di ispettori – nominata dal prefetto di Brindisi Carolina Bellantoni – che a febbraio 2021 si è insediata presso il municipio della “città bianca”, nota meta turistica pugliese.

Termina così in anticipo il mandato del sindaco Guglielmo Cavallo, eletto a giugno 2019 a capo di una coalizione di centrodestra. Secondo quanto scrive il sito locale BrindisiReport, ad aver attirato l’attenzione del ministero è in particolare l’affidamento di un parcheggio a due passi dal mare a una società salentina poi raggiunta da interdittiva antimafia: nel provvedimento, la prefettura di Lecce scriveva che al bando di gara era stato attribuito il “valore irrisorio” di appena 500 euro, “che non obbliga la stazione appaltante a richiedere la certificazione antimafia”, a fronte di “un reale guadagno per la società aggiudicataria di circa 60mila euro, calcolando la richiesta di 4 euro per ogni auto che accede ai numerosi lidi della zona”. Insomma, “un malcelato tentativo di eludere in modo fraudolento la normativa antimafia”.

Cavallo prospetta ricorsi e in una conferenza stampa convocata alla vigilia di Natale si dice “mortificato per l’immagine della città”, che “non merita questo bollino” definendo lo scioglimento “molto punitivo“: “Ho ricevuto attestati di solidarietà da parte di molti, forze dell’ordine e giornalisti compresi”, dice. Sulla faccenda del parcheggio sostiene che in passato, con un valore più alto, quel bando non se lo è aggiudicato nessuno, perché in realtà non è così appetibile. “Quello è un caso isolato e strano, nella dinamica della genesi della gara. Poi, ritengo che noi abbiamo fatto il nostro dovere in questi anni, abbiamo segnalato noi stessi situazioni al limite, abbiamo collaborato con la commissione ispettiva. Per quello che ci risulta non ci sono indagini penali che ci riguardino o che riguardino dirigenti”. Riconosce che le mire della criminalità organizzata ci sono e puntano sul litorale, ma ritiene che la sua amministrazione e i dirigenti comunali non siano mai stati condizionati dalle mafie.

“Lo scioglimento di un Comune suscita sempre il rammarico di tutti perché a pagarne il prezzo sono le incolpevoli comunità e ciò che sta accadendo ad Ostuni non fa eccezione”, commenta in una nota il commissario di Forza Italia in Puglia, il deputato Mauro D’Attis. “Ci auguriamo che siano cristallizzate e chiarite le responsabilità. Probabilmente, si tratta delle conseguenze prodotte dalla gestione nel tempo del Comune e non solo di atti ascrivibili a questa amministrazione. Continueremo a seguire con attenzione i prossimi sviluppi nell’interesse dei cittadini di Ostuni”.

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