Non è bastato l’ennesimo vertice, il trentesimo, al ministero dello Sviluppo economico per sbloccare la vertenza Whirlpool. Uno stallo, quello legato allo stabilimento di Napoli, che si trascina ormai da diversi anni: tutto mentre i 320 lavoratori hanno già ricevuto le lettere di licenziamento dalla multinazionale, nonostante non siano ancora stati definiti i tempi del nuovo Consorzio della mobilità sostenibile che dovrebbe assumere i lavoratori in uscita dopo il disimpegno da parte dell’azienda dal sito di via Argine. Il piano di rilancio sarà portato avanti, come hanno reso noto i sindacati, dal Consorzio Campania Sistema, di cui fanno parte 54 aziende, con Adler come capofila.
Al di là delle promesse, prima annunciate dal governo e poi rimaste in sospeso, sulla garanzia di continuità occupazionale, però, la partita è ancora tutt’altro che chiusa. Anche perché a ‘disertare’ gli ultimi incontri sono stati gli stessi ministri competenti. Un’assenza, quella dei titolari del dicastero del Lavoro, il dem Andrea Orlando, e dello Sviluppo economico, il leghista Giancarlo Giorgetti, che si è ripetuta anche durante l’vertice, considerata anche la contemporanea convocazione del Consiglio dei ministri, scatenando le proteste dei sindacati.
Così nella giornata di mercoledì non sono mancati momenti di tensione quando, di fronte alle richieste dei sindacalisti, il coordinatore della struttura per le crisi d’impresa, Luca Annibaletti, ha comunicato alle delegazioni di Fiom, Fim e Uilm, che i ministri non avrebbero partecipato all’incontro, nemmeno una volta terminato il Consiglio. “Non sono in grado di confermare l’assunzione e la garanzia occupazionale per le lavoratrici e i lavoratori e stanno prendendo ulteriore tempo”, hanno attaccato i sindacati, che hanno così deciso di rimanere a oltranza al ministero dello Sviluppo economico. Fuori dal palazzo, intanto, una parte dei lavoratori – già in corteo dalla stazione di Roma Termini fin sotto alla sede del ministero di Via Veneto – si è spostata di fronte Montecitorio e Palazzo Chigi, per continuare a protestare, tra slogan, striscioni e cori, ‘Lavoro, lavoro’. e contro Giorgetti e Orlando. Altre decine di operai invece hanno mantenuto il presidio fuori dal Mise.
Intollerabile questa assenza, un nuovo schiaffo ai lavoratori, noi da qui non ci muoviamo senza risposte adeguate da parte dell’esecutivo”, ha spiegato Rosario Rappa, segretario generale Fiom Cgil Napoli, dopo aver informato i lavoratori della decisione di chiedere un nuovo vertice per la mattina seguente (oggi ndr.) e quindi della scelta di “passare la notte” al ministero. “Il Consorzio ci ha illustrato il piano industriale, ma ci ha anche detto che ha difficoltà ad acquisire il sito di via Argine. Mentre il governo ci ha spiegato, tramite i funzionari, che non prenderà in carico le lavoratrici e i lavoratori. Lo scenario che abbiamo davanti è quindi un tempo indefinito con l’incertezza della disponibilità o meno dello stabilimento di Napoli e lo spettro della disoccupazione per le lavoratrici e i lavoratori. Per noi è inaccettabile“, hanno continuato Barbara Tibaldi, segretaria nazionale Fiom-Cgil e responsabile elettrodomestico, e lo stesso Rosario Rappa.
“Aspetteremo l’incontro tra Whirlpool e il Consorzio per definire l’acquisizione del sito di Napoli. Questa è per noi la condizione per far ripartire la trattativa che deve avere come obiettivo la continuità occupazionale e l’avvio di un percorso di messa in sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori”, hanno concluso i sindacalisti. Tutto in attesa del nuovo tavolo, mentre i lavoratori, ormai esasperati, sono tornati per la notte a Napoli, già pronti a rientrare nella Capitale fin dalle prime ore del mattino.
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