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Ragazzo di 21 anni uccide la nonna e lo confessa anni dopo al gioco ‘obbligo o verità’: “Era sembrato un incidente causato da una sigaretta”

Tra le prove mostrate alla giuria, anche una serie di disegni trovati in casa del giovane, delle piantine del bungalow della signora uccisa con etichette tra cui "buon nascondiglio" o "uscita rapida". La difesa del 21enne respinge le accuse, sostenendo che il ragazzo fosse "in cerca di attenzione"

di F. Q.

Era il 2018 quando la signora Mary Gregory, 94 anni, venne trovata morta nella propria casa a Heysham, nel Lancashire. Un incendio causato probabilmente da una sigaretta, si era pensato. Ora, la pesante accusa: è stato il nipote acquisito. Il 21enne ha appiccato un incendio e ucciso la nonna, così come stabilito dalla corte di Preston Crown. Stando a quanto riportato dal Daily Mail, già nel 2019 Tiernan Dartnon, ex studente del Kendal College, aveva raccontato l’episodio durante una seduta di counseling, senza tuttavia fare una vera e propria confessione. Dopo la riapertura delle indagini, il nipote acquisito della 94enne ha confessato tutto agli amici durante il gioco ‘obbligo o verità‘.

Dovendo rivelare il proprio “segreto più oscuro”, il giovane ha detto: “Potrei aver ucciso qualcuno”. Ci hanno pensato gli inquirenti a togliere il condizionale, riportando i dettagli di un piano molto articolato. La corte, infatti, ha affermato che il giovane aveva dato alle fiamme una tenda con un accendino nella casa in cui viveva l’anziana, disattivando preventivamente il rilevatore di fumo e disponendo degli ostacoli per impedire la fuga della vittima. Tra questi un tavolo posizionato davanti alle porte del giardino, sotto al quale è stata trovata la donna. Poi l’intervento dei soccorritori e la corsa all’ospedale dov’è morta quattro giorni dopo. Quando è stato arrestato, Darnton ha rilasciato dichiarazioni contrastanti, prima negando tutto, poi affermando che si è trattato di un “omicidio per pietà”, dato che la nonna soffriva di demenza: “Per porre fine al suo dolore“.

L’esame della polizia sui dispositivi elettronici dell’assassino ha trovato ricerche web emblematiche come “Essere un assassino” o ancora, “Voglia di uccidere nuovamente”. Inoltre, tra le prove mostrate alla giuria, anche una serie di disegni trovati in casa di Darnton, delle piantine del bungalow della signora uccisa con etichette tra cui “buon nascondiglio” o “uscita rapida”. Successivamente Darnton ha rivelato di essersi sentito “potente” quando durante il funerale della signora Gregory “tutti gli altri non sapevano cosa fosse successo ma lui sì”. Poi invece, attraverso le parole del difensore John Harrison QC, ha dichiarato “false” le proprie confessioni, sostenendo che fosse solo in cerca di attenzione e che volesse impressionare gli amici durante il gioco ‘obbligo o verità’. Il patrigno ha testimoniato affermando che il ragazzo soffre da anni di depressione ed è “afflitto da pensieri molto inquietanti”. La sentenza definitiva è attesa per la giornata di oggi 12 novembre.

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