di Enzo Marzo

Scusate, ma io ve lo avevo detto che il “mondo andava alla rovescia”, che si stava accentuando il fatto che i piedi andavano a sostituirsi sempre più alla testa. Una belle scivolata era già cominciata con l’èra Trump, quando per difendersi da un ladruncolo la gente ha preso a girare con un fucile che spara venti colpi al secondo come se dovesse partire per l’Afghanistan, oppure è tornata ai tempi del Ku Klux Klan o si è mascherata da sciamani come per Halloween per dare l’assalto al Capitol Hill. Ma la macchia nera del fanatismo sciroccato ha proseguito a estendersi fino al punto che ora quasi non si fa neppure caso se l’idiozia, anche la più fragorosa, invade la scena pubblica.

È una gara a superarsi, a spararla sempre più grossa. Alcuni ci credono davvero, altri hanno appreso un metodo efficace per gusto di esibirsi: scrivono un’imbecillità qualunque, quasi sempre offensiva per una persona o un gruppo odiato, poi dopo qualche minuto la cancellano, qualche volta chiedono persino scusa, intanto l’effetto lo hanno raggiunto, le masse parleranno di loro, un irresponsabile qualsiasi se ne fa propagandista rilanciando in tv ogni incitamento alla violenza e ogni assembramento di cinquanta persone. Un momento di celebrità è raggiunto. Il giorno dopo avanti un altro, che per farsi sentire è costretto ad alzare ancora di più la voce.

Fino a qui si tratta del fanatismo fai-da-te, ma c’è anche il fanatismo più strutturato. Primi fra tutti quello dei “complottisti” e degli immarcescibili credenti negli Ufo. Ora abbiamo il dilagare dei no-vax, strenui combattenti della lotta contro la “dittatura sanitaria”. Così si è acceso un dibattito a livello infimo sulla Libertà, che ha investito persino filosofi che pur di stare sul palcoscenico hanno rivelato quanto grezza fosse la loro conoscenza delle riflessioni pluricentenarie su questo argomento. Sono insorti o trasformisti incalliti (vedi Carlo Freccero) o capipopolo devoti alle più funeste dittature novecentesche, che si sono messi ad arringare la fanghiglia popolare contro la dittatura di uno Stato che vuole controllare tutte le nostre mosse.

Quest’ultima esasperazione, la meno pericolosa, presto si esaurirà, basterà che la pandemia scemi e questi estremisti in servizio permanente effettivo dovranno cercarsi un altro obiettivo. Forse questo sarà la patente obbligatoria che limita gravemente la libera circolazione, o si invocherà l’abolizione dei semafori che decidono se io sono libero di attraversare o fermarmi a un incrocio.

Molto più pericoloso si sta dimostrando il prendere piede (mai espressione è stata più esatta) di quella che giustamente è stata definita dall’Economist la ”sinistra illiberale”, che sta tentando di costruire pezzo dopo pezzo una società totalitaria e una morale intollerante. Una distopia che si va ad aggiungere all’eterno fascismo della Destra nostalgica. Ci torneremo sopra, ora possiamo solo dire che certo terrorismo moralistico – che, forse senza neppure accorgersene, mina lo stato di diritto e tenta di insidiare la Modernità rovesciandone i valori – va preso sul serio, va analizzato e va combattuto. Non basta riderci sopra quando, per esempio, il “Femminismo talebano” supera ogni livello di ridicolo pretendendo di riscrivere la storia, la letteratura e persino le arti. Si invoca la regressione fino al “braghettonismo” e al puritanesimo vittoriano.

Bisogna riportare, invece, la riflessione sui valori fondanti delle società liberali. Su Regole decise da tutti e non su norme morali imposte dalle nuove beghine. Sulla necessità di perseguire l’uguaglianza fra tutti gli individui, qualsiasi sia il loro sesso e/o genere, dei diritti, dei salari, delle opportunità. Senza voler instaurare nuovi privilegi corporativi o voler mettere le calze alle zampe sinuose dei tavoli o il reggiseno alla “Nascita di Venere” del Botticelli. Così da non far sorgere negli uomini pensieri maliziosi. Bisogna rispondere colpo su colpo a quel “politicamente corretto” che portato all’eccesso dai “nuovi reazionari” si sta tramutando nel suo illiberale e terroristico opposto. Anche per non lasciare via libera al paradosso che siano dittatori e autoritari veri, come Vladimir Putin, a rimproverarci di volere società non libere.

E infine smettiamola di irridere i terrapiattisti. Voler ripristinare la credenza tolemaica non fa male a nessuno. È innocua follia. Nulla di comparabile con i fanatici neonazisti che ripropongono i veleni mortiferi dei (falsi) “Protocolli dei Savi di Sion” o con la gerarchia della Chiesa romana che accredita la medievale superstizione di un Satana non già metafora del male bensì un essere vero, con tanto di corna, coda e tridente, che s’impossessa di corpi umani da cui va cacciato con le pratiche esorcistiche. Roba da film dell’orrore. Eppure è di questi giorni la notizia che l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum dei Legionari di Cristo ha inaugurato la 15esima edizione dei corsi universitari per esorcisti (record degli iscritti, ben 137).

Roba da integralisti superstiziosi e fanatici? Niente affatto, l’esistenza del demonio e della possessione è riconosciuta ufficialmente dalla Chiesa apostolica romana. Papa Francesco, proprio lui che molti speravano o temevano che riuscisse a far fuoriuscire il cattolicesimo dal Medioevo, ha emesso un decreto che riconosce ufficialmente gli “esorcisti” e ha deciso che “Il diavolo esiste e si è fatto uomo, semina l’odio nel mondo provoca morte”. Così ha affermato Bergoglio in una sua omelia. La follia dei cerchiobottisti è innocua, quella del Vaticano rievoca streghe “possedute” dal Demonio e i conseguenti roghi.

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