Papa Francesco ha avuto il merito di far entrare ufficialmente il tema ecologico nel magistero pontificio. Mai, prima di Bergoglio, un Pontefice aveva dedicato un’enciclica, il documento più importante tra i generi letterari a disposizione del vescovo di Roma, alla cura del creato. Francesco ha rotto un vero e proprio tabù che aveva sempre visto i temi ambientali marginali nel magistero dei suoi predecessori, mai riconosciuti degni di essere oggetto di un’enciclica. A differenza di quello che già avviene da anni nel mondo ortodosso grazie alla sensibilità del Patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I.

Nel 2015, con la Laudato si’, Bergoglio ha aperto un filone con il quale dovranno confrontarsi in futuro anche i suoi successori. Si tratta della seconda delle tre encicliche firmate finora da Francesco, dopo Lumen fidei, in realtà preparata da Benedetto XVI e pubblicata, però, dal suo successore, e prima di Fratelli tutti. Come quest’ultima, Laudato si’ è un’enciclica sociale con un ampio respiro e forti denunce, in particolare della devastazione ecologica del pianeta che ricade inevitabilmente sull’uomo che lo abita.

Un testo che, a distanza di sei anni dalla sua pubblicazione, non ha perso assolutamente la sua attualità, anche alla luce del mutato scenario globale fortemente segnato dalla recente pandemia. E non hanno perso nemmeno forza le durissime denunce che esso contiene. Per questo motivo, Franca Giansoldati, vaticanista de Il Messaggero, ha riletto il documento papale in vista della Cop26, la Conferenza della Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, che nel 2021 si tiene a Glasgow. La giornalista ha affidato le sue riflessioni al volume intitolato Custodi del creato. Salvare la terra con la Laudato si’ (San Paolo).

Un libro agile e di facile consultazione che offre alcune interessanti chiavi di lettura del documento di Francesco, anche alla luce del magistero dei suoi recenti predecessori, iniziando da Leone XIII che, con la storica enciclica Rerum novarum, nel 1891, diede il via alla dottrina sociale della Chiesa cattolica. La vaticanista ricorda che, dopo la pubblicazione della Laudato si’, Bergoglio “è stato fortemente criticato da alcuni centri di potere e da influenti settori dell’economia per avere allargato la visione della dottrina sociale della Chiesa al concetto di green, alle politiche ambientaliste”.

“Le accuse alla Laudato si’ – scrive Giansoldati – sono state molteplici e reiterate in questi anni, sostanzialmente concentrate sul perché la Chiesa avesse scelto di scendere in campo pubblicamente con tutta la sua autorevolezza per esercitare la sua moral suasion e gridare allo scandalo sullo sfruttamento del pianeta, sulle conseguenze di una bassa qualità dell’acqua o della quantità mostruosa delle plastiche che invadono i fiumi e il mare. Ma anche per chiedere limiti nell’uso dei combustibili fossili, del carbone, del petrolio, del gas, denunciando le crescenti emissioni di anidride carbonica. Alcuni hanno persino fatto dell’ironia: il Papa stava incoraggiando i cattolici, hanno riso, a non accendere il condizionatore”.

Contestazioni a parte, quel testo di Bergoglio ha segnato un vero e proprio spartiacque. “Francesco – sottolinea Giansoldati – non ha permesso alle critiche di interferire nel suo sguardo verso un orizzonte lontano. Sin dagli inizi del suo pontificato, ha impegnato un pool di scienziati, con la consulenza di grandi centri accademici, per studiare la questione ambientale, che ha voluto sotto la lente del suo magistero, bypassando le resistenze interne e un certo scetticismo teso a procrastinare la pubblicazione dell’enciclica verde”.

La vaticanista è convinta che “l’aver rotto ogni indugio e pubblicato nel 2015 questo testo metterà al riparo la Chiesa da accuse future. Perché tra cent’anni, quando vi saranno con ogni probabilità scenari ancora più critici, se non catastrofici, in vaste aree del pianeta, nessuno potrà accusare la Chiesa di essere rimasta in silenzio, immobile, indifferente davanti a un disastro ecologico annunciato. Nessuno potrà puntare l’indice verso il Papa e magari sospettarlo di connivenze con un sistema produttivo ancora basato prevalentemente sui combustibili fossili e ancora ben poco sostenibile, almeno in questa prospettiva”.

Giansoldati ricorda, infine, che la “Laudato si’ è stata pensata proprio per essere una bussola, così da orientare i comportamenti dei cristiani del futuro, sensibilizzare le nuove generazioni, lavorare per l’avvenire dei figli dei nostri figli nel loro compito non facile di lievito per difendere l’ecologia integrale, il testimone generazionale in una nuova formula dietro la quale si sviluppi un progetto capace di difendere l’armonia complessiva del pianeta, la vita in ogni sua manifestazione, il rapporto tra mondo vegetale e mondo animale”.

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