di Giovanni Casciaro

In Libia continuano con ferocia i crimini nei confronti delle persone migranti: “Atti di omicidio, riduzione in schiavitù, tortura, detenzione, stupro, persecuzione e altri atti disumani”. Tutti abusi praticati ed esibiti in modo da umiliare e sottomettere i prigionieri. Queste sono le violazioni dei diritti umani denunciate nel recente rapporto della missione d’inchiesta indipendente dell’Onu in Libia. E, per protestare contro questa inaccettabile condizione, da settimane migliaia di rifugiati sono accampati davanti alla sede di Tripoli dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati.

Nel rapporto si afferma che i migranti sono detenuti per periodi indefiniti, senza la possibilità di opporsi legalmente alla detenzione, per cui “l’unico mezzo di fuga praticabile è pagare ingenti somme di denaro alle guardie o impegnarsi in lavori forzati o in favori sessuali”. Quindi, condizioni disumane imposte per provocare sofferenza e desiderio di utilizzare qualsiasi mezzo per la fuga. Alcuni migranti hanno ripetuto fino a dieci volte la drammatica esperienza: pagare le guardie, scappare, tentare la traversata, essere intercettati dalla guardia costiera libica, ritornare alla detenzione in condizioni dure e violente. Il tutto sotto il controllo delle autorità libiche, delle milizie e/o delle reti criminali.

Su queste vicende, la missione d’inchiesta Onu intravede il verificarsi di crimini contro i diritti umani e la necessità di stabilire non solo le responsabilità libiche, ma anche quelle a carico di Stati terzi e di tutti coloro che ne sono coinvolti, direttamente o indirettamente. Il finanziamento e il supporto italiano alla guardia costiera libica è una palese forma di corresponsabilità.

Inoltre, sono molteplici le prove, video e comunicazioni radio, che documentano la complicità dell’Unione Europea, con alla guida l’Italia e Malta, nei respingimenti per riportare i rifugiati verso l’inferno libico. Una vera vergogna per tutti quei cittadini europei che credono veramente nei diritti umani, nel rispetto della vita e della dignità delle persone.

Intanto il leader della Lega Matteo Salvini si difende dall’accusa di aver effettuato, da ministro degli Interni, sequestri di persona nei confronti dei migranti, affermando di aver difeso i confini italiani. Non dice però che non fu la difesa da un agguerrito esercito straniero, ma da povere e inoffensive persone scappate dalle prigioni libiche e scampate alla morte nel Mediterraneo. E che dire della leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, anche lei come Salvini strumentalmente convinta devota, che continua a proporre blocchi navali. Chiede queste azioni militari per catturare o per affondare le barche dei migranti?

È incredibile come forze che rivendicano le radici cristiane dell’Europa propongano muri, respingimenti, blocchi, azioni di polizia, odio e repulsione verso i poveri migranti. Vi è invece l’urgenza di proposte politiche serie che affrontino il complesso problema delle emigrazioni forzose in modo strutturale, incidendo sulle sue cause: la povertà nei cosiddetti “Paesi poveri”, la crisi ambientale e climatica, le emergenze sanitarie, i conflitti. Tutti problemi correlati a un modello economico mondiale ingiusto e insostenibile.

In questo contesto risulta veramente meritevole l’azione delle Ong che continuano a prestare opera di salvataggio in mare, a fare quanto gli Stati europei dovrebbero fare. Mentre in tutta Italia sono numerose le associazioni, laiche e religiose, che, con una rete informale di aiuto ai migranti, attivano la raccolta e distribuzione di cibo e abiti, la possibilità di un rifugio, aiuti per valicare le frontiere limitando il pericolo di morire. Pertanto, anche con il rischio di essere processate e subire condanne, sono tante le persone, come Mimmo Lucano, che si prodigano a portare aiuto e vicinanza umana ai migranti, salvando così anche il nostro senso di umanità. Queste persone meritano tutto il nostro sostegno.

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