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“Mangiate i cigni neri per evitare la carestia”: la soluzione della Corea del Nord alla crisi alimentare

L’idea, in diretta tv nazionale, è stata esposta da Ri Jong Nam, segretario capo del Partito dei lavoratori della Corea del Nord nella provincia nordcoreana di South Hamgyong. Ri ha tenuto a battesimo un allevamento di cigni neri presso la Kwangpho Duck Farm

di Davide Turrini

I cigni neri per combattere la fame in Corea del Nord. L’idea, in diretta tv nazionale, è stata esposta da Ri Jong Nam, segretario capo del Partito dei lavoratori della Corea del Nord nella provincia nordcoreana di South Hamgyong. Ri ha tenuto a battesimo un allevamento di cigni neri presso la Kwangpho Duck Farm, sulla costa orientale del paese. La cerimonia è stata trasmessa dalla televisione di stato e faceva parte di una più ampia campagna per promuovere il consumo di carne di cigni neri mentre l’intero paese lotta da tempo contro una “crisi alimentare” senza paragoni. Anche il quotidiano governativo Rodong Sinmun ha rincarato la dose descrivendo la carne di cigno nero come “deliziosa” e dall’alto “valore nutritivo”.

Nessuna prelibatezza culinaria all’orizzonte per i nord coreani, ma una semplice offerta per alleviare la fame del paese spacciandola anche per un alimento di livello. I primi tentativi di promuovere nuove mode alimentari per frenare la carestia imperante nella Corea del Nord furono negli anni novanta quando Kim Jong Il, defunto padre del dittatore nordcoreano Kim Jong Un, suggerì che gli alimenti del futuro sarebbero stati la carne di coniglio e di struzzo come alimenti del futuro. Diversi studiosi occidentali della storia nordcoreana sono intervenuti su testate occidentali per stigmatizzare le scelte di Kim in materia alimentare ricordando che lo stato dovrebbe invece incentivare gli agricoltori del paese ad aumentare i propri raccolti affidandosi al mercato, ad adottare processi decisionali decentralizzati, e importare cibo che non si riesce a produrre in casa.

In pratica svellere i pilastri statalisti dell’isolazionismo della dittatura nordcoreana che ha comunque portato il paese a subire sanzioni internazionali, chiusure delle frontiere per prevenire la diffusione del coronavirus e un misero raccolto stagionale dopo un’eccezionale ondata di caldo e inondazioni oltre misura. I numeri degli osservatori internazionali riguardo il grado di denutrizione dei cittadini nordcoreani sono impressionanti: oltre il 40% soffre di malnutrizione.

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