Morti in aumento, vaccini in stallo, sanità in affanno. Il Regno Unito continua a registrare un altissimo numero di contagi – sabato quelli segnalati sono stati 44.985 – e morti (135 decessi). E come – riportano il Guardian e altri media – il premier inglese Boris Johnson sta pensando a un piano B. Dall’inizio della pandemia nel Paese sono stati confermati 8.734.934 contagi con 139.461 decessi. Quest’ultimo dato comprende chi è deceduto entro 28 giorni dalla diagnosi. Nonostante una campagna vaccinale massiccia Londra non ha ancora superato l’80% della popolazione totalmente immunizzata. E da questa estate gli inglesi non hanno più utilizzato la mascherina. Solo oggi il primo segnale positivo: i casi registrati oggi sono stati 39.962 (quasi 5000 meno di ieri): per la prima volta sotto quota 40.000 dopo 11 giorni. In calo pure i decessi, per il secondo giorno di fila, che si assestano a 72 (pur alleggerito da qualche consueto ritardo statistico relativo al weekend) contro i 135 di ieri. Mentre resta per ora stabile il totale dei ricoveri in ospedale (a 8.238, contro i picchi di 39.000 delle ondate dei mesi scorsi), grazie all’effetto barriera attribuito al vaccino.

La prospettiva è la reintroduzione di una serie di misure restrittive, per fare fronte all’impennata di contagi da Covid. Sono passati pochi più di tre mesi dal Freedom day (19 luglio) con l’addio alla maggior parte delle restrizioni. A spingere in questa direzione il governo sarebbe stata, secondo il prestigioso quotidiano, l’agenzia per la sicurezza sanitaria, la Ukhsa, che venerdì ha contattato le varie autorità locali inglesi per sollecitare il loro sostegno all’”immediata attuazione del piano invernale – il Piano B“. Johnson ha finora ripetutamente respinto le richieste giunte da più parti del mondo medico e scientifico riguardo alla necessità di frenare i contagi con le misure previste nel piano. Illustrato mesi fa come alternativa di emergenza alla fine delle restrizioni il piano comprende l’introduzione di passaporti vaccinali per gli eventi con grande afflusso di persone e l’obbligo di indossare le mascherine in alcuni luoghi. Johnson ha ieri lanciato un appello agli over50 affinché si sottopongano alla terza dose del vaccino.

I Laburisti britannici sono favorevoli all’introduzione immediata di nuove misure restrittive. Rachel Reeves, cancelliere dello Scacchiere ombra dell’opposizione laburista, affermando che qualsiasi cosiddetto ‘Piano B’ non può prescindere dai principali elementi del ‘Piano A’, vale a dire la prosecuzione della campagna vaccinale. Il Labour, ha detto la Reeves nel programma di Andrew Marr sulla Bbc, è una “opposizione responsabile” e intende seguire il consiglio della comunità scientifica e del Sage (il Comitato tecnico scientifico) che chiede l’introduzione dell’obbligo di indossare le mascherine sui mezzi pubblici e nei negozi e il ritorno alla “flessibilità” del lavoro da casa. “Credo che la prima cosa che il governo deve fare è far funzionare il Piano A. Credo che dovremmo seguire la scienza. Se gli scienziati ci dicono di lavorare da casa e indossare le mascherine dovremmo farlo“, ha detto la Reeves, mentre il governo ha finora negato la necessità del ricorso a nuove misure restrittive, per fronteggiare la crescente ondata di contagi.

Oltre ai decessi e anche le ospedalizzazioni sono in lenta ma costante crescita. Nei giorni scorsi era emersa la volontà di pensare al piano B solo quando la pressione sul sistema sanitario sarebbe diventata ‘insostenibile‘. La Scozia nei giorni scorsi ha invece annunciato che manterrà l’obbligo di mascherina in classe ed introdurrà il passaporto vaccinale per entrare nei locali affollati, già imposto in Galles.

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