“Mi ha picchiata, presa a schiaffi, sbattuta contro il muro, insultata”. Non solo: “Mi perseguita con telefonate di notte, si apposta sotto casa, citofona alle 6 di mattina”. Le accuse sono condensate nella denuncia della ex compagna di Enrico Varriale, lui le respinge, ma dal 27 settembre il gip Monica Ciancio ha disposto nei confronti del noto giornalista sportivo della Rai la misura cautelare del “divieto di avvicinamento a meno di 300 metri dai luoghi frequentati dalla persona offesa” e due prescrizioni: “non comunicare con lei” neppure “per interposta persona” e di “allontanarsi immediatamente in caso di incontro fortuito, riponendosi a 300 metri di distanza”.

La vicenda che riguarda il 61enne volto della tv pubblica, tra i giornalisti di punta di Rai Sport, è stata anticipata dal Corriere della Sera, che riporta ampi stralci del provvedimento firmato dalla giudice del Tribunale di Roma che definisce così Varriale, alla luce della denuncia dell’ex compagna e di quanto accertato finora nel corso dell’indagine: “Le condotte poste in essere dal Varriale danno conto di una personalità aggressiva e prevaricatoria, evidentemente incapace di autocontrollo”. La donna, una giovane imprenditrice trasferitasi dalle Marche a Roma, ha ricondotto l’inizio delle presunte violenze alla mattina del 6 agosto. Si legge negli atti che Varriale “durante un alterco per motivi di gelosia, la sbatteva violentemente al muro, scuotendole e percuotendole le braccia, sferrandole dei calci e, mentre la parte offesa cercava di rientrare in possesso del cellulare che le aveva sottratto, le afferrava il collo con una mano, cagionandole lesioni”.

Così la donna ha deciso “di troncare la relazione e ogni forma di comunicazione” e di andare al pronto soccorso del Policlinico Gemelli. Nel referto viene riportata una prognosi di 5 giorni per “ferita lacero contusa al braccio sinistro, ecchimosi alla mano sinistra, tumefazione del gomito destro con dolenzia alla mobilizzazione attiva, abrasioni alla base del collo e sul ginocchio sinistro”. Due amici hanno anche testimoniato: “Era sconvolta, talmente spaventata da spegnere le luci per evitare che lui si avvedesse ch’era in casa”. Nelle settimane successive, stando a quanto riporta Il Corriere della Sera, la donna avrebbe sporto una seconda denuncia – datata 14 settembre – per “una sequenza di telefonate notturne, citofonate, appostamenti e messaggi insultanti”.

Tutte accuse che Varriale – indagato per atti persecutori, reato punito con la reclusione da 1 a 6 anni e mezzo – respinge: “Non ho mai stalkerizzato nessuno e chi afferma questo ne risponderà in tutte le sedi. È una dolorosa vicenda personale che avrei preferito rimanesse tale. Purtroppo però mi sono state rivolte, e rese pubbliche, accuse del tutto false. Sono sicuro che riuscirò a dimostrare la loro infondatezza facilmente e in tempi brevi”. I presunti “repentini scatti d’ira” di Varriale, sempre secondo quanto riportato negli atti, stando al Corriere della Sera, sarebbero riconducibili a tre aspetti, tutti concomitanti con l’ultimo spezzone degli Europei vinti dalla Nazionale di Roberto Mancini: la rinuncia del giornalista alle telecronache delle partite dell’Italia, dopo essere entrato in contatto con un soggetto positivo al Covid, il procedimento disciplinare per non aver rispettato la quarantena e anche la mancata conferma come vicedirettore di Rai Sport.

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