Green pass obbligatorio dal 15 ottobre per 23 milioni di lavoratori del settore pubblico e privato, prezzo calmierato per i tamponi in farmacia, sanzioni per chi si presenta sul posto di lavoro senza certificato verde. È quanto approvato all’unanimità dal Consiglio dei ministri dopo la cabina di regia tenutasi a Palazzo Chigi, a cui hanno preso parte il premier Mario Draghi e i ministri rappresentanti delle forze della maggioranza che sostiene il governo. La riunione è durata circa un’ora e mezza e di fatto sono state confermate le indiscrezioni e gli orientamenti della vigilia, a cominciare dalla data di entrata in vigore del nuovo decreto legge, che ha trovato una “condivisione sostanziale” dell’impianto da parte dei ministri partecipanti al vertice. Nella conferenza stampa successiva al Cdm – a cui Draghi ha scelto di non presentarsi – il ministro della Salute Roberto Speranza ha detto che “il decreto approvato oggi è un tassello molto importante, una strategia che punta sul vaccino per aprire una nuova fase. Vogliamo rendere i luoghi di lavoro più sicuri e rendere ancora più forte la campagna di vaccinazione”, dichiara. Il ministro del Lavoro Andrea Orlando ha aggiunto: “Stiamo utilizzando lo strumento più efficace che lascia ancora un margine di discrezionalità, con una chiara scelta di campo: noi vogliamo che le persone si vaccinino, ma ci fermiamo prima dell’obbligo vaccinale sapendo che l’obbligo vaccinale comporterebbe un ulteriore polarizzazione delle posizioni in campo”.

Chi si deve adeguare – La sospensione dal lavoro e quindi dallo stipendio è prevista dopo cinque giorni per i dipendenti pubblici, da subito invece per quelli privati, “in ogni caso, senza conseguenze disciplinari e con diritto alla conservazione del rapporto di lavoro”. Obbligatorietà del certificato, inoltre, anche per chi opera nelle associazioni di volontariato, per le collaboratrici domestiche, le colf, le badanti, le baby sitter e per le partite Iva. Per chi elude i controlli, invece, è anche prevista una sanzione pecuniaria oltre anche ad altre sanzioni disciplinari. In tal senso, sono previste multe anche per i datori di lavoro che non effettueranno i controlli. Da quanto emerso dall’incontro tra governo e regioni, le contravvenzioni vanno da 600 a 1.500 euro e riguarderanno sia chi non mostra il certificato verde sia chi omette i controlli. Resta infine la possibilità di chiedere lo smart working. Il ministro Orlando, in conferenza stampa, ha specificato che “la norma è scritta per individuare una fattispecie totalmente nuova di sanzioni, per escludere la possibilità che ci possa essere il licenziamento. Le sanzioni comportano sospensioni, ma nessun nesso con le attuali procedure che attengono alle sanzioni disciplinari. Sono misure non agganciate a percorsi che portano al licenziamento”. A fine emergenza, spiega, la norma verrà azzerata, nel frattempo “il governo ha fatto in modo che gli strumenti previsti non implichino un utilizzo surrettizio per riorganizzazione e ristrutturazione delle imprese”.

Tamponi: costi, durata e sanzioni – Per quanto riguarda i tamponi, invece, nel testo del provvedimento è previsto l’obbligo generalizzato per le farmacie di praticare prezzi calmierati per i test. Per chi non può vaccinarsi il tampone sarà gratuito, mentre i minorenni pagheranno 8 euro e i maggiorenni 15, quasi il doppio. L’obbligo – è la ratio della misura – porterà a un incremento del numero delle farmacie che praticano i prezzi calmierati. Le farmacie che non applicheranno il prezzo calmierato rischieranno 30 giorni di chiusura. Non è stata accolta, invece, la richiesta dei sindacati di test gratis per tutti. Cambierà a breve, invece, la durata dei tamponi molecolari negativi validi per ottenere il pass: un emendamento al secondo decreto Green pass approvato all’unanimità in commissione Affari costituzionali alla Camera, con parere favorevole del Governo, la allunga a 72 ore, mentre resta a 48 quella dei test antigenici e salivari.

Obbligo anche per deputati e senatori – Altro tema è la richiesta di estensione dell’obbligo del Green Pass anche per gli organi costituzionali, includendo dunque il Quirinale e la Corte Costituzionale. L’obbligo, quindi, riguarderà anche le cariche elettive di Camera e Senato, ma per il principio dell’autodichia non può applicarsi automaticamente agli organi costituzionali che, secondo quanto prevedrebbe il decreto sul “super Green Pass”, saranno chiamati a pronunciarsi entro il 15 ottobre. Agli organi costituzionali, invece, si dà mandato per autoregolamentarsi per adeguarsi in coerenza. Tornando al Parlamento, una prima risposta è arrivata da Montecitorio, dove fino a oggi il green pass era già richiesto per accedere ai servizi comuni, come le mostre, i concorsi e la mensa, così come stabilito dai precedenti decreti del governo. “Ci metteremo subito al lavoro appena verremo a conoscenza dei dettagli del provvedimento del governo, affinché le stesse regole sul green pass, che valgono per tutti i cittadini, vengano applicate anche per entrare in Parlamento” ha detto all’Adnkronos il deputato di Forza Italia, Gregorio Fontana, questore anziano di Montecitorio. Il presidente Roberto Fico ha detto ieri alla conferenza dei capigruppo che il tema sarà trattato con i presidenti dei gruppi parlamentari la prossima settimana. Non molto differente la strada che seguirà il Senato. In attesa di maggiori dettagli sull’obbligo, l’orientamento di Palazzo Madama è quello di aprire un confronto con il Consiglio di presidenza (di cui fanno parte la presidente del Senato, Elisabetta Casellati, i quattro vicepresidenti, i tre senatori questori e i segretari d’aula) e la conferenza dei capigruppo, per valutare come adeguarsi alle normative previste.

Teatri e discoteche – Per quanto riguarda gli spettacoli, si valuterà il primo ottobre in base all’andamento della curva epidemiologica se aumentare la capienza nei luoghi in cui si svolgono eventi, nei cinema e nei teatri. Il tema è stato posto dal ministro Dario Franceschini e l’orientamento del governo è favorevole; tuttavia la scelta è quella di non compiere passi affrettati, perché aumentare la capienza vorrebbe dire ridurre il distanziamento, dunque si valuterà il 1° ottobre prossimo – previo parere del Comitato tecnico-scientifico che verrà chiesto entro il 30 settembre – alla luce dell’andamento della curva dopo l’apertura delle scuole. Nella stessa data si deciderà anche sull’apertura delle discoteche, come richiesto dal ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti. In tema di controlli, saranno le singole amministrazioni e le aziende a definire le linee guida per realizzare le verifiche sull’uso del Green pass per l’accesso ai luoghi di lavoro.

Pass ai guariti subito dopo la prima dose – I guariti dal Covid non dovranno più attendere 15 giorni dalla prima dose di vaccino per avere il green pass, ma lo otterranno subito dopo la prima somministrazione. È quanto prevede la bozza del decreto all’articolo 4 comma 3, che modifica la normativa attuale sostituendo il passaggio in cui si affermava che la certificazione era valida “dal quindicesimo giorno successivo alla somministrazione” con le parole “dalla medesima somministrazione“.

Le richieste delle Regioni – Prima di arrivare in Cdm, il provvedimento è stato discusso con i rappresentanti delle Regioni. In tal senso il presidente della Confederazione – il leghista Massimiliano Fedriga – ha chiesto un ulteriore calmieramento dei prezzi dei tamponi e di estendere la validità del loro esito da 48 a 72 ore. L’obiettivo, ha spiegato Fedriga, è quello di “ridurre le tensioni sociali e accompagnare i cittadini verso una scelta responsabile, quella di tutelare la loro stessa salute e quella della comunità, senza alimentare contrapposizioni frontali e scontri radicali“. Sempre dai territori è arrivata anche un’altra istanza, quella di chiedere al governo di impegnarsi a garantire che, anche in caso di un peggioramento che comporti il cambio di colore di una Regione o di specifici territori, le attività economiche possano continuare ad operare con l’obbligo del Green pass. Si tratta, fanno sapere coloro che hanno partecipato alla riunione, di una misura “funzionale ad offrire certezze importanti alle imprese, anche nella prospettiva di incentivare investimenti e assunzioni“.

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