Banca popolare sì, Etica pure. Ma con qualche defaillance. Almeno secondo un gruppo di soci che contesta le modifiche di statuto proposte dal consiglio di amministrazione per la prossima assemblea in programma il 18 settembre a Palermo. Di che cosa si tratta esattamente? Secondo Banca Etica, i cambiamenti richiesti dal consiglio sono un “aggiornamento dello Statuto della Banca, che comprende diverse questioni” da affrontare per tenersi al passo con i tempi. Per gli azionisti contestatori, invece, è un intervento per varare una “norma ad personam per l’attuale presidente” Anna Fasano. Per di più “in conflitto d’interessi” come si legge sul sito dei soci oppositori.

Nel dettaglio, l’ordine del giorno della prossima assemblea prevede modifiche allo statuto, al regolamento assembleare e al patto associativo. In particolare, il cantiere governance dell’istituto ha proposto all’assemblea di fissare un massimo di quattro mandati (ognuno di tre anni) per i consiglieri e di tre per la presidenza. Nessuno insomma potrà far parte del board dell’istituto per più di 12 anni o presiedere il gruppo per oltre nove anni. Ma il punto dolente è che la modifica sul numero massimo di mandati alla presidenza varrà per tutti, meno che per Fasano. Per lei e per chi in futuro dovesse trovarsi in una situazione analoga, il cantiere governance ha introdotto un’eccezione con un quinto mandato per chi è stato eletto presidente “solo” al terzo incarico da consigliere.

“Viene prevista una deroga per la persona presidente, che potrà fare un quinto mandato se eletta solo al terzo. La logica della norma è oscura, mentre è lampante che sia scritta ad personam per l’attuale presidente”, spiegano i piccoli soci oppositori. “Siamo dunque nel caso in cui una presidente in carica istruisce, costruisce, gestisce i presupposti per la sua conferma al vertice, con un chiaro caso di conflitto di interesse”, aggiungono. Per quanto riguarda poi, “le altre modifiche statutarie sono “estetiche”, certamente positive ma poco significative, inducendo il forte sospetto che il tutto sia artefatto per coprire una operazione di conservazione della posizione di vertice”, concludono i soci contrari alle modifiche proposte dal consiglio. Non prima di contestare anche il metodo con cui i cambiamenti verranno decisi: una votazione in blocco di tutti i quesiti assembleari, l’impossibilità di presentare mozioni e la decisione di svolgere la riunione a Palermo cioè “la provincia d’Italia che ha meno soci in proporzione alla popolazione. E per di più, causa Covid, in una sala che non ne conterrà più di 250. Convocata nella settimana di Ferragosto per metà settembre”, come si legge sul sito che invita i soci a votare no alla modifica statutaria. D’altro canto, però, se è vero che in assemblea i soci potranno utilizzare anche il voto online registrandosi a partire dal 9 settembre, è altrettanto vero che in seconda convocazione basteranno appena 500 voti su una base di oltre 45mila azionisti per far passare anche le modifiche di carattere straordinario.

Ma per la banca, che sfiora i 100mila clienti con circa due miliardi di depositi (+19% nel 2019), non c’è nulla di scandaloso. Le modifiche proposte collegialmente dal consiglio sono il frutto di “un percorso partecipativo di confronto con i soci”. “Nello specifico sono diverse le motivazioni per prevedere la possibilità che una persona Presidente, se eletta al quarto mandato, possa ricandidarsi per un mandato ulteriore. Una delle principali è legata agli aggiornamenti della normativa bancaria, e in particolare ai requisiti richiesti per essere Presidente di una Banca in termini di anni di esperienza” precisa l’istituto di credito. Inoltre “data anche la peculiarità di Banca Etica, vogliamo favorire percorsi di crescita interni delle persone che vengono elette in CdA. (…) Non si tratta quindi né di una richiesta dell’attuale Presidente né tantomeno di consentire il “suo” quinto mandato, ma di un’evoluzione ritenuta utile e positiva dall’insieme del CdA e nell’interesse della Banca in generale”.

Infine “la proposta di modifica statutaria è emersa dal “cantiere governance” è stata autorizzata anche dalla Banca d’Italia” mettendo paletti ben precisi, più stringenti rispetto al passato, al numero di mandati di consiglieri e presidente. “La formulazione ad oggi in vigore dello statuto di Banca Etica si limita a indicare il limite massimo di quattro mandati consecutivi, lasciando dunque aperta la possibilità di interrompere la presenza in consiglio e poi ricandidarsi. Per favorire il ricambio, la modifica statutaria in votazione all’assemblea del 18 settembre propone di fissare in 4 mandati totali (consecutivi o meno) il limite di presenza in CdA per ogni persona e un limite più stretto per chi è nominato Presidente: nessuno potrà essere presidente per più di 3 mandati”. Unica eccezione “l’eventuale mandato in più per il/la presidente che dovesse diventare tale solo nell’ultimo dei suoi 4 mandati”. E cioè proprio il caso della Fasano. “La modifica viene proposta per garantire continuità: un/una presidente in carica per soli 3 anni difficilmente può seguire nel suo insieme lo sviluppo di un piano strategico” concludono dalla banca tirando in ballo anche la difficoltà di rispettare i requisiti sempre più stringenti nella selezione di consiglieri e presidente. Difficoltà oggettive certamente, ma finalizzate a garantire la qualità e l’indipendenza dei componenti dei consigli di amministrazione, non certo a cristallizzare le posizioni di governo societario.

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