La discussione sui vaccini ormai ha ben poco di razionale. Io mi sono vaccinato appena è stato possibile: non avevo fatto in tempo come psicologo, ci sono riuscito per età. Lo dico per chiarire come la penso. Appartengo alla generazione che ha visto amici beccarsi la poliomielite, che ha fatto il vaccino per il vaiolo, i vaccini da militare e ha vaccinato i figli. Cosa c’è di diverso oggi?

Mi sembra evidente che nella generica categoria no vax c’è una grande eterogeneità di persone e posizioni. Alcuni hanno motivazioni mediche, altri politiche, altri attendiste. C’è chi teme che non siano stati sperimentati a sufficienza, visti i tempi normali per produrre un vaccino nuovo; non tengono conto che invece di cinquantamila soggetti qua si parla di centinaia di milioni, se non miliardi di persone già vaccinate in tutto il mondo; dello sforzo di intelligenza collettiva che ha messo insieme enormi risorse economiche e scientifiche in tutto il mondo.

È vero, non conosciamo gli effetti a lunga scadenza: conosciamo però gli effetti del Covid a breve scadenza. Oggi nei reparti di terapia intensiva ci sono nove volte su dieci non vaccinati o vaccinati che hanno preso la prima dose. I numeri dei morti sono calati vertiginosamente da quando il numero dei vaccinati è aumentato in modo significativo: i fatti sono argomenti testardi, diceva qualcuno, ma non bastano quando entrano in conflitto con dinamiche psicologiche profonde, e di questo voglio parlare.

Comunque è una posizione che hanno assunto persone che rispetto e che ritengono parziale l’informazione ufficiale sui vaccini e lacunosi o fuorvianti i dati: certamente l’informazione è stata contradditoria, confusa e lacunosa. Penso solo a quando AstraZeneca veniva ritenuto adatto per i giovani, pardon, per gli anziani, pardon, evitiamo le donne in età fertile. I casi di trombosi hanno suscitato un allarme sociale, anche se ogni farmaco può avere effetti negativi. Si tratta di calcolare i rischi: quando mi sono vaccinato la proporzione era di un decesso ogni seicentomila vaccinati, mi è sembrato di poter correre il rischio. Persone che conosco erano intubate e hanno recuperato solo parzialmente, a mesi di distanza.

Ci sono coloro che ritengono l’imposizione dei vaccini un attentato alla libertà individuale rispetto alla cura garantita dalla Costituzione: i costituzionalisti concordemente ritengono invece lecita l’obbligatorietà, perché la libertà individuale incontra i limiti del benessere collettivo. Non voglio prendere in considerazioni le ipotesi più balzane: vaccino tratto da feti viventi, inserimento di chip che possono indurti al suicidio, eccetera: siamo nel campo della paranoia, individuale o di gruppo e, come insegnava un professore di psicopatologia, “il paranoico, a parte il delirio, è normale”. Ecco perché persone insospettabili possono sposare tesi assurde.

Per alcuni il tema è quello del controllo sociale da parte dei governi: George W. Bush, dopo l’attentato alle Torri gemelli, fece varare il Patriot Act, con grosse limitazioni della privacy che non mi risulta siano state revocate. Un caro amico medico ha sintetizzato così: avevano solo la paletta e il secchiello, ora hanno la paletta e il fischietto e non lo molleranno.

Per alcuni il tema è la speculazione economica, i poteri forti, in particolare Big Pharma. D’altronde compriamo medicine per curarci, bisogna evitare che ci siano altri Francesco De Lorenzo (il ministro che lucrava sui farmaci). Sono certo che su un affare da miliardi di dollari c’è chi ci guadagna e c’è chi ci specula: mascherine, disinfettanti, tamponi, oltre ai vaccini. Hanno tutto l’interesse a mantenere lo stato d’allarme. Vero, ma il problema è che c’è ancora il virus.

Tra i no vax ci sono anche molti elementi della estrema destra, ultras vari, militanti della Lega che ricevono messaggi ambigui, antagonisti dal Salvini di lotta e di governo. I violenti che minacciano giornalisti e virologi mi sembra che siano persone che cercano rivalse personali, approfittando di una situazione confusa di relativa impunità. Quando si comincerà a perseguire chi minaccia? Se gli haters pagassero civilmente e penalmente per certe frasi, qualcuno ci penserebbe due volte. Grosse responsabilità le ha avute Beppe Grillo rispetto a Laura Boldrini: non sai mai dove arriva il vento che scateni.

Se devo cercare un filo rosso che collega gli elementi di questa galassia così eterogenea, c’è un certo vissuto del potere, che va dalla critica razionale alla diffidenza, all’avversione, all’antagonismo, al delirio di persecuzione: è uno spettro molto ampio.

Credo che nel caso specifico il no vax-no green pass sia attivato anche dalla profonda frustrazione: gli italiani erano stati disciplinati e tranquilli durante la prima chiusura, accettando restrizioni fortissime. Era chiaro che le conseguenze economiche, catastrofiche per molti, non si potevano curare con i pannicelli dei ricoveri. Mario Draghi è stato scelto non solo per la competenza, ma perché nessun partito voleva fare ciò che era indispensabile fare.

Il green pass è diventata la goccia finale, e la spaccatura attraversa associazioni, situazioni familiari, tutta la società. La reazione alle limitazioni attiva molte risposte inconsce, molti fantasmi individuali e collettivi si manifestano, per cui è inutile cercare di convincere nessuno. Quindi queste parole sono inutili.

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