Le proteste no vax e le minacce di aggressioni fanno litigare la stampa di centrodestra. Mentre il tentativo di bloccare i treni annunciato da chi si scaglia contro il green pass si è rivelato un flop, dove il clima rimane teso è in casa di due giornali che dovrebbero essere vicini come la Verità e Libero. Ieri infatti c’è stata la presa di posizione ufficiale del direttore di Libero con una prima pagina dal titolo “Follia no vax” e un editoriale del direttore Alessandro Sallusti che metteva sotto accusa i “mandanti delle aggressioni” e i “cattivi maestri” che lavorano al sicuro “nelle redazioni di alcuni giornali”. La replica a quelle parole è arrivata oggi dalla prima pagina de la Verità: “Fanno i talebani del vaccino per coprire bugie ed errori”, si legge. E lo stesso direttore Maurizio Belpietro, in un lunghissimo intervento contro “l’ipocrisia di media e politica”, ha risposto al collega Sallusti: “Non faremo il megafono del loro conformismo”, ha scritto.

Lo scontro è degno di nota perché non si limita alle redazioni dei quotidiani, ma misura la temperatura in casa del centrodestra. I tre leader Meloni, Berlusconi e Salvini si stanno giocando la leadership della coalizione e con Fdi unica forza di opposizione (e sempre in crescita nei sondaggi) la guerra è ormai aperta. Gli occhi sono puntati naturalmente sui sondaggi, con una bella fetta di elettorato leghista e meloniano che critica vaccini, coprifuoco e controlli. E proprio la Verità, quotidiano considerato tra i più vicini a Meloni e i suoi, si è sentita tirata in ballo da Libero quando a essere messi sotto accusa sono stati i giornalisti che “alimenterebbero” il popolo no vax. Il tutto mentre Libero e il Giornale difendono la linea pro vaccino e, di riflesso, anche l’operato del governo (sostenuto da Lega e Forza Italia).

Ecco allora che la risposta di Belpietro è la cartina tornasole di quello che succede nella sfera politica di centrodestra. Il direttore de la Verità ha infatti deciso oggi di rispondere personalmente a Sallusti, citandolo direttamente (a differenza del collega che invece è rimasto sul generico). “Ma quanto dà fastidio la Verità? A giudicare dagli attacchi di cui siamo oggetto in questi giorni, direi parecchio”, si legge nel suo lunghissimo intervento di oggi. Belpietro si è sentito tirato in causa, scrive, da una frase del collega nel giornale del giorno prima e in particolare quando ha detto: “Questa violenza ha dei mandanti precisi che lavorano al sicuro nelle redazioni di alcuni giornali a caccia di un pugno di copie in più, ma non solo. Ci sono noti conduttori televisivi che per mezzo punto di audience ammiccano e danno voce alla rivolta per presunte libertà violate, ci sono politici in cerca di visibilità…”. Ma così, secondo Belpietro, Sallusti “accusa chi si permette di mettere in dubbio l’utilità del green pass di essere l’ispiratore della aggressioni”. Ma non solo. Sallusti, su Libero del 31 agosto, ha anche scritto: “A me i picchiatori no vax non fanno alcune paura, ma chi offre loro – giornalisti e politici – il minimo alibi alla loro violenza non può far parte della società civile. E non ci raccontino i signori in doppio petto che ‘no, non siamo no vax’. Con la bugia dei ‘compagni che sbagliano’ questo Paese ha già dato negli anni bui del terrorismo”.

E proprio su questo punto Belpietro ha replicato: “Cosa c’entrino ‘i compagni che sbagliano’ con i vaccini risulta chiaro solo nella testa di Sallusti, ma questo poco importa. Ciò che conta è che il direttore di Libero, accusa noi (difficile non riconoscerci tra coloro che sono messi sul banco degli imputati, visto che siamo tra i pochi giornali che guadagnano qualche ‘pugno di copie in più’) e chiunque abbia sollevato perplessità su alcuni provvedimenti del governo di essere i cattivi maestri dei no vax, definendoci i mandanti delle aggressioni e mettendoci sullo stesso piano di chi offrì protezione culturale ai terroristi”. Quindi Belpietro cita le statistiche di “Ossigeno per l’informazione” che parla di 4mila giornalisti “presi di mira dal 2006 a oggi”. “Tra i mandanti e gli esecutori si registrano mafiosi, ultras di varie tifoserie, esponenti dei centri sociali eccetera. Tuttavia, non risulta che né Romano né Sallusti abbiano preso carta e penna per denunciare il fenomeno”. E chiude: “No cari signori noi non ci adegueremo al pensiero unico. Non siamo il megafono di nessuno. Neanche del vostro conformismo che vi impedisce di vedere ciò che avete davanti agli occhi”. Nessuna controreplica per il momento da Sallusti, che su Twitter si è limitato a ripubblicare il suo editoriale del giorno prima.

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