I numeri – Sono 7.548 i nuovi positivi al covid registrati nelle ultime 24 ore in Italia, secondo i dati del ministero della Salute. Ieri erano stati 6.076. Si registrano, inoltre, 59 vittime in un giorno, stabile rispetto alle 60 di ieri. I tamponi, molecolari e antigenici, per il coronavirus effettuati sono 244.420. Ieri erano stati 266.246. Il tasso di positività, di conseguenza, è del 3,09%, in aumento rispetto al 2,28% di ieri.

La pressione sugli ospedali – Le ospedalizzazioni risultano in controtendenza rispetto ai giorni passati: sono 499 i pazienti ricoverati in terapia intensiva per il Covid in Italia, cinque in meno rispetto a ieri nel saldo tra entrate e uscite. Gli ingressi giornalieri sono 34. I ricoverati con sintomi covid nei reparti ordinari sono 4.023, 13 in meno rispetto a ieri.

Le regioni – Per quanto riguarda la distribuzione geografica del virus anche oggi il maggior incremento di nuovi casi si registra in Sicilia (1.409), seguita dal Veneto (847) e dalla Toscana (654). In ordine decrescente ci sono poi Lombardia (605), Campania (569), Sardegna (487), Lazio (442), Emilia Romagna (412), Calabria (349), Puglia (327), Piemonte (262), Marche (259), Friuli Venezia Giulia (222), Liguria (212), Umbria (129) e Abruzzo (120). Tutte le altre regioni registrano un incremento inferiore alle 100 unità. Nello specifico: Basilicata (84), Provincia autonoma di Bolzano (81), Provincia autonoma di Trento (46), Molise (21) e Valle d’Aosta (11). A differenza di lunedì e martedì, in cui Valle d’Aosta e Molise si sono alternate nel registrare zero casi positivi, oggi nessuna regione è covid free.

L’analisi – Confrontando i dati dell’ultimo giorno con quelli di mercoledì scorso si evidenzia che nonostante si sia registrato un incremento dei casi (7.548 vs 7.162) a fronte anche di un incremento dei tamponi processati (244.420 vs 226.423) le ospedalizzazioni hanno avuto un leggero calo: ingressi in terapia intensiva (34 vs 50) e ricoveri in reparti ordinari (-13 vs +87), ma anche un decremento nel numero delle vittime (59 vs 69). Per avere contezza dell’andamento della pandemia bisogna paragonare i dati di lunedì, martedì e mercoledì con quelli della settimana precedente. Effettivamente, nonostante ci sia un aumento dei nuovi casi positivi (17.792 vs 16.109), dei test processati (612.007 vs 538.517), e dei decessi (163 vs 147), segnano un leggero decremento sia i ricoveri ordinari (+256 vs +397) che gli ingressi nelle terapie intensive (125 vs 131). Ciò significa che seppur il virus continua a circolare ed a diffondersi in maniera sempre maggiore, si notano gli effetti dei vaccini. Le somministrazioni, infatti, fanno sì che qualora si contragga il virus, sia in forma lieve e non acuta tale da richiedere il ricovero e, di conseguenza, causare un sovraccarico degli ospedali come è accaduto nei mesi passati.

Rischiano la zona gialla – A 48 ore dal monitoraggio i numeri di Sardegna e Sicilia tornano a preoccupare. L’ipotesi del passaggio in zona gialla, sfiorato sette giorni fa, sembra farsi di nuovo molto concreto. Le due isole sembrano correre verso il cambio di colore: in Sardegna si è registrata una impennata dei casi, con 487 nuovi positivi con un tasso di positività che sfiora i 5,8%. Anche i pazienti in terapia intensiva sono in aumento di due unità, il totale è di 24 ricoverati. I dati Agenas parlano di un peggioramento per le intensive arrivate al 12% (la quota limite è al 10%) mentre nelle aree non critiche resta al momento al 14%, un filo sotto al limite del 15%. In Sicilia i positivi di oggi sono stati 1.409 e continuano a crescere anche le intensive che sono arrivare a quota 102 ricoverati. Secondo le proiezioni, le terapie intensive sono stabili all’11%, in peggioramento, invece, dell’1% le aree non critiche arrivate al 20%, livello in assoluto più alto di tutta l’Italia.
Numeri che saranno valutati tra giovedì e venerdì, giorno in cui si deciderà se procedere con il “declassamento” imponendo una serie di restrizioni.
Osservata speciale resta anche la Calabria dove il numero di ricoverati continua ad aumentare così come quello dei positivi, oggi sono stati 349 (ieri 234). Nelle ultime ore sono due in più, nel saldo tra entrate e uscite, i degenti, sia in area medica (127) che in terapia intensiva (12). Riguardo all’area non critica, secondo i dati Agenas, la regione ha raggiunto la soglia di occupazione dei posti letto del 15% mentre sale al 7% quella delle rianimazioni.

Le vaccinazioni – Il generale Francesco Figliulo, capo della struttura commissariale, ha ribadito che l’obiettivo di vaccinare “l’80% della popolazione over 12 entro il 30 settembre” sarà “pienamente completato”. Dopo il fisiologico rallentamento registrato nelle ultime due settimane arrivano segnali di ripresa. Ieri sono stati somministrate 275 mila fiale, che porta ad oltre 700 mila le dosi inoculate nei primi due giorni e mezzo della settimana. In totale le somministrazioni hanno superato quota 76 milioni (76.038.118) alla luce delle 83.106.307 di dosi distribuite. Analizzando i dati appare evidente che nella fascia di età compresa tra i 30 e i 59 anni è necessario un cambio di passo. Sono infatti oltre sei milioni le persone comprese in questo range che non hanno ricevuto nessuna dose di vaccino. La cifra esatta è di 6.177.691 in una popolazione che ha una platea complessiva di 25.241.792. Nel dettaglio, nella fetta tra i 30 e i 39 anni, nessuna dose è stata al momento inoculata a 2.066.696, per il segmento tra i 40 e i 49 anni sono 2.310.755 e infine sono 1.800.240 i soggetti totalmente scoperti nella fascia tra i 50 e i 59 anni. Il motore che sta spingendo la campagna sembra, quindi, essere passata alle fasce di età più giovane, quelle che hanno iniziato per ultime. Tra i 20 e i 29 anni hanno completato il ciclo in 3.288.696, si tratta del 54,69% dell’intera platea formata da 6.013.709. I ragazzi totalmente scoperti dal siero ad oggi sono 1.596.548. Tra i 12 e i 19 anni hanno ricevuto entrambe le dosi in 1.328.429 pari al 28,71% della platea di 4.627.514. Sono invece 2.137.396 i ragazzi ancora senza alcuna copertura vaccinale.

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