Green pass per poter accedere alle mense aziendali e non alla postazione di lavoro? Nella postazione devono essere attuate tutta una serie di procedure e dispositivi di protezione, mentre in mensa c’è una situazione di rischio maggiore. Stare per più di 15 minuti vicini, ridendo e scherzando, perché capita in un momento di convivialità, provoca una facilitazione alla diffusione del virus. Ed è un rischio tanto quanto quello dei ristoranti”. A dirlo è Fabrizio Pregliasco, durante l’ultima puntata di In Onda, su La7. Il virologo specifica che sicuramente il green pass è stato introdotto anche “per spingere alla vaccinazione” però “davvero ci vedo anche un razionale di maggior rischio nella mensa rispetto al resto”.

In merito a possibili cure future, Pregliasco sottolinea: “Speriamo di avere farmaci antivirali specifici in futuro. Saranno un elemento fondamentale”. Ma, sottolinea, “le terapie a oggi ancora non ci soddisfano”. E riguardo all’ipotesi di fare tamponi salivari a tappeto, Pregliasco è netto: “Sono comodi, ma costano. E ci danno uno spettro di protezione di 48 ore – spiega – Un vaccino con una o due somministrazioni, forse tre quando lo si deciderà, dà una protezione sul lungo termine”.

Articolo Precedente

Coronavirus, i dati: 7.548 nuovi positivi e 59 decessi nelle ultime 24 ore. Incidenza al 3,09%. In lieve calo ricoveri e terapie intensive

next
Articolo Successivo

Enzo Galli, è morto il 45enne che prese il Covid in India per portare a casa la figlia adottiva: era rientrato in Italia grazie a un volo sanitario

next