“Ci stiamo preparando a tutti gli scenari. Per come stanno le cose, la situazione in Afghanistan chiaramente non è sicura e non lo sarà per un po’ di tempo. Pertanto non possiamo costringere le persone a tornare lì”. Ma “dobbiamo evitare una crisi migratoria“. Così la commissaria europea agli Affari interni, la svedese Ylva Johansson, esordisce al Consiglio straordinario dei ministri dell’Interno convocato per preparare la probabile ondata migratoria che seguirà alla caduta dell’Afghanistan in mano alle armate talebane, a cui ha partecipato anche l’Alto rappresentante per la politica estere Josep Borrell. E detta la linea ai governi degli Stati membri: “Non dobbiamo aspettare che le persone arrivino alle frontiere esterne dell’Ue. Questa non è una soluzione”, dice. Ci sono milioni di sfollati all’interno dell’Afghanistan, è importante aiutarli dentro il Paese, perché quando possibile tornino alle loro case. Dobbiamo anche aiutare i Paesi vicini”.

Inoltre, dice, bisogna “impedire alle persone di dirigersi verso l’Unione europea attraverso rotte pericolose, irregolari e incontrollate gestite da trafficanti”. Per questo l’invito ai Paesi europei, ha spiegato, è a “intensificare il loro impegno sul reinsediamento, ad aumentare le quote per aiutare coloro che necessitano di protezione internazionale e a offrire percorsi legali complementari. Per me – aggiunge – è molto chiaro che le donne e le ragazze afghane si trovano in una situazione particolarmente pericolosa: dare la priorità al reinsediamento rispetto ai percorsi irregolari ha anche una chiara dimensione di genere. La Commissione è pronta ad aiutare nel coordinamento tra gli Stati e fornire il necessario sostegno finanziario aggiuntivo”, assicura.

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