Sparatoria a Plymouth, nel sud-ovest dell’Inghilterra, dove nella serata di giovedì 12 agosto un ragazzo ha aperto il fuoco indiscriminatamente in un quartiere popolare provocando almeno 5 morti e vari feriti prima di rivolgere l’arma contro se stesso e suicidarsi. L’assalitore è il 22enne Jake Davison, che lavorava come operatore di gru nella cittadina inglese. Le circostanze dell’accaduto sono ancora in fase di ricostruzione da parte degli inquirenti. Le vittime della sparatoria sono cinque, tra cui anche una bambina di tre anni.

La dinamica della sparatoria – L’assalto si è scatenato nell’area residenziale di Keyham, adiacente alla zona portuale e cantieristica di Plymouth, popolata storicamente da famiglie operaie. Qui Davison, secondo quanto riportano i media britannici, è uscito dalla sua abitazione di Dibbick Drive e ha cominciato a sparare verso i passanti con un fucile a pompa che deteneva in modo legale. Secondo quanto scrive il The Guardian, Davison si sarebbe avventato prima su tre persone che conosceva – tra cui la bambina -, uccidendole in un’abitazione nello stesso quartiere. Poi si è spostato verso un parco vicino e un’altra zona residenziale, dove ha colpito un uomo di 59, morto sul colpo, e una donna di 66 anni, deceduta dopo essere stata trasportata in ospedale. Due sono le persone rimaste ferite. Spaventoso il racconto di chi si è trovato di fronte alla scena. Una donna, Sharon, residente a Keyham, ha riferito alla Bbc di aver assistito a qualcosa di “orrendo e tristissimo”. “Prima si sono sentite urla e alcuni spari, tre o quattro. Poi ho visto un uomo armato irrompere all’interno di una casa aprendo ancora il fuoco e quindi uscire e iniziare a sparare a casaccio contro qualche persona fra Linear Park e la strada”, ha detto. L’intera comunità di Plymouth è sotto shock per quello che è il fatto di sangue più grave mai avvenuto nella città.

L’identità dell’assassino – Alcuni giornali d’Oltremanica hanno rivelato che, sui suoi profili social, Jake Davison scriveva messaggi dichiarandosi vicino alla categoria “Incel”, ovvero un movimento che riunisce uomini “celibi involontariamente” e isolati, e per questo nutrono sentimenti misogini, condividendo le loro attività in forum online. Sul suo profilo il ragazzo aveva condiviso anche post in cui apprezzava Donald Trump e il partito libertario inglese, e recentemente era apparso in un video sul suo canale YouTube in cui si definiva un “Terminator”. La polizia, intanto, esprime cautela, e ha specificato che il movente della strage è ancora da definire: “Sappiamo che l’ideologia incel può essere pericolosa e radicalizzare”, ha detto un portavoce, “ma è ancora troppo presto per dire cosa abbia spinto questo uomo a commettere gli omicidi”. Davison non sarebbe il primo “Incel” autore di una strage: nel maggio 2015 il 22enne Elliot Rodger aveva ucciso sei persone nel massacro in un campus universitario a Santa Barbara in California per poi suicidarsi. Mentre nel 2018 un altro ragazzo di 25 anni professatosi “Incel”, Alek Minassian, ha compiuto un attentato a Toronto guidando un camion contro la folla in centro città, dove sono morte 10 persone.

Non si tratta di terrorismo – L’attacco non è di matrice terroristica, ma è scaturito da un raptus di odio del giovane. Lo hanno confermato anche i vertici della Devon and Cornwall Police locale durante la conferenza stampa della giornata. “L’incidente non è riconducibile al terrorismo“, ha confermato da parte sua via Twitter anche Johnny Mercer, deputato alla Camera dei Comuni eletto nel collegio di zona, evocando “ore cupe per la città”. Priti Patel, ministra dell’Interno del governo Tory britannico di Boris Johnson, ha assicurato intanto vicinanza alle persone colpite e tutto “il sostegno necessario” alla polizia della contea del Devon. E lo stesso ha fatto poi Johnson in prima persona, condannando la violenza. Mentre parole di sgomento e solidarietà verso la comunità cittadina sono venute a stretto giro pure dal leader del Labour, Keir Starmer, e da Nick Thomas-Symonds, ministro dell’Interno ombra dell’opposizione laburista, in contatto a loro volta con le autorità amministrative e investigative locali. “Ciò che è accaduto stasera nella nostra città – ha chiosato in una nota affidata ai social media il Consiglio comunale di Plymouth – è un’orribile tragedia“.

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