È notizia di pochi giorni fa: il 19 ottobre la Corte Costituzionale si pronuncerà in merito al procedimento 107/2021. Si tratta del procedimento per la verifica di costituzionalità della sospensione degli sfratti prevista dai decreti legge emanati nel 2020 e per ultimo, nel 2021, dal decreto legge Sostegni bis che ha graduato la ripresa delle azioni di rilascio, tra il giugno e il dicembre 2021, sulla base delle date delle sentenze di convalida di sfratto. La richiesta di pronunciamento della Corte Costituzionale è venuta dai giudici di Trieste e Savona.

L’Unione Inquilini, per il tramite dei propri legali coordinati dall’Avv. Guido Lanciano, ha presentato una corposa e dettagliata Opinione scritta al procedimento 107/21, composta da 11 pagine e 5 allegati. Nell’Opinione scritta l’Unione Inquilini ha evidenziato come il provvedimento di sospensione degli sfratti sia un provvedimento di ‘emergenza epidemiologica’ che nulla ha a che fare con la crisi economica. Non a caso la sospensione degli sfratti è sempre stata inserita all’interno di provvedimenti come i decreti legge di natura emergenziale riferiti ad un contesto di grave crisi epidemiologica che ha investito l’Italia e il mondo intero.

La sospensione degli sfratti, quindi, va inserita nell’ambito straordinario di misure emergenziali finalizzate a contrastare l’emergenza sanitaria, derivante dalla pandemia, non come dichiarato dai giudici di Trieste e Savona per cui si sarebbe dovuta limitare alle sole famiglie che sono andate in morosità a causa degli effetti economici del Covid, con una lettura assai fuorviante.

La sospensione degli sfratti così come inserita nella vasta normativa emergenziale di contrasto alla diffusione del virus è stata quindi ampiamente giustificata dall’art. 32 della Costituzione che sancisce il diritto alla salute. Una misura del resto adottata in moltissime nazioni a livello internazionale.

Come non segnalare che negli Usa pochi giorni fa il Presidente Joe Biden ha annunciato una nuova moratoria federale sugli sfratti della durata di tre mesi, che proteggerà circa il 90% degli affittuari Usa. Sono stati i Centers for Disease Control and Prevention ad emanare la nuova ordinanza, negli Usa, che blocca gli sfratti esecutivi fino al 3 ottobre: entrerà in vigore nelle contee “dove si registra un livello aumentato di trasmissione comunitaria, per rispondere ai recenti, inattesi sviluppi della traiettoria della pandemia di Covid-19, come la diffusione della variante Delta”. I Cdc hanno spiegato che la misura “mira ad aree del paese nelle quali i contagi aumentano rapidamente, un fenomeno che sarebbe esacerbato dagli sfratti di massa”.

Questo a riprova che, contrariamente a quanto affermato dai giudici di Trieste e Savona e purtroppo anche da dirigenti di storiche associazioni dei proprietari, la misura di sospensione delle azioni di rilascio aveva e ha una stretta connessione, in pandemia, con la necessità di limitare al massimo i contagi.

E’ del tutto evidente che mettere una famiglia per strada, senza passaggio da casa a casa, tenuto conto anche delle modalità con le quali vengono eseguiti gli sfratti, durante una emergenza sanitaria non corrisponde esattamente alla prevenzione del contagio. Segnalo in tale ambito che il Relatore Speciale Onu sul diritto alla casa ha dichiarato che “l’alloggio è diventato la prima linea di difesa contro il coronavirus” e fin dal 28 aprile 2020 ha emanato un documento significativo dal titolo “Covid-19 Guidance Note: Prohibition of evictions” fondato sul rispetto della normativa internazionale, ratificata dall’Italia.

I giudici della Corte Costituzionale sono chiamati a considerare, anche, l’Opinione scritta presentata dall’Unione Inquilini, e sapranno come sempre con equilibrio tenerla nella giusta considerazione. Unione Inquilini, infine, sulla base del corposo documento inviato, ha chiesto alla Corte Costituzionale di dichiarare non fondate le questioni di illegittimità costituzionale delle norme di sospensione sfratti inserite nei decreti leggi che affrontavano la pandemia da Covid 19, in quanto coerenti con l’articolo 32 della Costituzione.

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