Non ce l’ha fatta – per ora – il rover Perseverance della Nasa, lanciato dalla Florida poco più di un anno fa e atterrato su Marte il 18 febbraio scorso. Fallisce infatti il suo primo tentativo di raccogliere un campione di roccia nel cratere Jezero. Qui, secondo gli scienziati, circa 3,5 miliardi di anni fa c’era un lago profondo circa 500 metri, formatosi forse in seguito all’impatto di un asteroide. Si sarebbe inaridito quando il clima sul pianeta Rosso è cambiato.

L’agenzia spaziale statunitense spera di raccogliere una trentina di campioni e di riportarli sulla terra, per capire se su Marte ci siano o meno tracce di vita e per studiarne le caratteristiche. Un’operazione difficile: appena il 40% dei veicoli che finora hanno tentato di posarsi sul suolo marziano ha raggiunto l’obiettivo. La raccolta dei pezzi di roccia richiede circa undici giorni. Delle dimensioni di un gessetto, vengono sigillati in un tubo ermetico.

“Uno fra i compiti più complicati. Le prime foto e i dati mostrano un foro di successo, ma nessun campione nel tubo, qualcosa che non abbiamo mai visto nei test sulla Terra. Marte continua a sorprenderci. Stiamo affrontando questa nuova sfida”, ha scritto la Nasa su Twitter. L’agenzia sta pianificando la missione Mars Sample Return (Msr) per riportare i campioni sulla Terra intorno al 2030.

Articolo Precedente

Vaccini, i più efficaci sono anche i più innovativi. Ma come funzionano? – 1

next
Articolo Successivo

Covid, 12 notizie false sui vaccini che circolano su Internet: ecco il vademecum anti bufale

next