In tutto 570 posizioni lavorative controllate, di cui 394 provenienti da Paesi extra-Ue. Il risultato: 250 sono risultate illecite perché in nero oppure per violazioni in materia di orario e di sicurezza sul luogo di lavoro. Emerge dalle verifiche condotte dall’Ispettorato del lavoro di Prato e Pistoia nell’ambito del progetto ‘Alt caporalato!’
L’attività di vigilanza straordinaria, svolta nell’arco di 6 settimane tra i mesi di maggio e luglio, si è concentrata in particolare sul comune di Prato e ha riguardato 64 aziende manifatturiere. Tutte irregolari.

Per quattro imprenditori è scattato l’arresto in flagranza di reato per l’impiego di lavoratori privi di permesso di soggiorno. A queste sanzioni, si legge sul sito dell’Ispettorato, si aggiungono “32 provvedimenti di sospensione dell’attività di altrettante aziende per la presenza accertata di 161 lavoratori completamente in nero, tra cui 40 operai provenienti da Paesi extra-Ue privi di permesso di soggiorno”. Una volta conclusi gli accertamenti ancora in corso si procederà con le verifiche in merito a ulteriori ipotesi di irregolarità, fra cui eventuali sfruttamenti.

Le operazioni sono state condotte da una task force che ha coinvolto anche gli Ispettorati di Arezzo, Bologna, Brescia, Cagliari-Oristano, Livorno-Pisa, Perugia, Parma-Reggio Emilia, Roma, Teramo e Varese. A questi si aggiunge il personale ispettivo di Inps, Inail, Asl locale, i carabinieri nucleo Ispettorato del lavoro e del comando provinciale pratese e mediatori culturali messi a disposizione dall’Oim.

Come raccontato da Ilfattoquotidiano.it, da oltre 200 giorni sono inoltre in corso le proteste dei lavoratori Textprint, sempre a Prato. I dipendenti hanno denunciato condizioni di sfruttamento e infiltrazioni mafiose all’interno dell’azienda. Da mesi chiedono ai gestori della stamperia tessile il rispetto del contratto di lavoro, che prevede un orario otto ore per cinque giorni settimanali.

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