Dopo lo splendido oro di Rio 2016, cinque anni più tardi Elia Viviani riesce a confermarsi tra i migliori al mondo e conquista la medaglia di bronzo nell’omnium. Il ciclismo su pista azzurro può festeggiare ancora, dopo il trionfo di mercoledì nell’inseguimento a squadre. Il portabandiera azzurro ha chiuso con 124 punti al termine della quarta e ultima prova, la corsa a punti. Medaglia d’oro per l’inglese Matthews Walls con 153 punti, argento per il neozelandese Campbell Stewart con 129. Per l’Italia è la medaglia numero 34 in questa edizione dei Giochi: il record assoluto, ottenuto a Los Angeles ’32 e a Roma ’60, è a quota 36. Il nostro medagliere dice 7 ori, 10 argenti e 17 bronzi.

“Volevo una medaglia, sapevo che era dura e mi dispiace aver perso l’argento alla fine. Le energie erano al lumicino, avendo dato tutto prima. A vedere come era iniziata dobbiamo festeggiare”, ha commentato Viviani ai microfoni di RaiSport. Prima dei Giochi “avrei firmato anche per un bronzo. Siamo partiti bene e ora le motivazioni per la Madison di sabato sono ancora più alte“, ha aggiunto l’atleta azzurro.

La gara di Viviani infatti non era cominciata nel miglior dei modi, con il tredicesimo posto al termine della prima prova, vinta già dall’inglese Walls con 40 punti. Dopo la seconda prova -la Tempo Race – la medaglia sembrava ormai un miraggio: l’azzurro ha chiuso all’ottavo posto, 11esimo complessivo. Viviani è tornato quello di Rio nella corsa a eliminazione, vinta con grande autorità. A quel punto il bottino di 82 punti poteva bastare giusto per sognare il podio, non di più. Invece il velocista italiano è andato a un passo dall’argento, perso solo all’ultimo giro.

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