Le Olimpiadi – eccezion fatta per il calcio – sono il vero banco di prova per comprendere a che punto si è con i talenti nazionali, qual è il livello delle competizioni domestiche e come ragionare sul futuro per i diversi sport, cercando di capire come e dove far fluire gli investimenti. È un banco di prova importante anche perché tutte le nazionali o quasi che vengono affrontate arrivano poi all’Olimpiade in buono stato psico-fisico e la voglia di primeggiare, mentre in altri competizioni internazionali a volte sono distratte, altre presentano squadre non propriamente titolari.

Dal 1924 a oggi (al netto delle Olimpiadi del 1928 e del 1932 in cui non presentammo squadre) questa sarà per l’Italia la prima edizione senza semifinali da affrontare in uno sport di squadra e la prima dal 1988 senza medaglie. In un’edizione di grandi numeri e successi per la spedizione azzurra, tra l’altro. Se non vogliamo chiamarla ecatombe perché i motivi degli insuccessi sono stati molto diversi per le varie discipline – e sarebbe come mettere insieme carne e pesce – le sconfitte ai quarti delle squadre di volley maschile, femminile, pallanuoto maschile e beach volley (li mettiamo dentro in questa categoria, includendo anche l’altra coppia) però devono far riflettere e ragionare sul futuro. Bene appunto non fare un insieme unico, ma riflettere sui diversi sport, mentre la Francia porta 7 squadre su 8 discipline olimpiche nei match che assegneranno le medaglie.

VOLLEY MASCHILE – Ricordiamo ancora con grande passione l’argento olimpico di Rio de Janeiro, dopo una meravigliosa semifinale contro gli Usa, ma veniamo da un 5° posto mondiale giocato in casa e in cui ogni volta che abbiamo affrontato le grandi squadre ci hanno battuto e da un quinto e un sesto posto europeo, perdendo 3-0 anche contro il Belgio. La carta d’identità e il chilometraggio dei vari Juantorena (enorme contro l’Argentina), Zaytsev, Colaci, Kovar parla chiaro. L’Italia era una squadra media e ha perso ai quarti contro una squadra media, tanto è vero che siamo andati al quinto set. Per il futuro c’è Ferdinando De Giorgi in panchina e a questo punto la necessità di provare e far crescere gli atleti delle classi 2001 e 2002 campioni del mondo Under 19 nel 2019 e vice campioni d’Europa Under 20 nel 2020, come Alessandro Michiletto. Siamo obbligati perché quelli appena più anziani di questa leva sono già stati provati in contesti probanti dalle nostre migliori squadre di club e scartati. Questo potrebbe voler dire che non essere competitivi per qualche anno, ma è un cambio di rotta deciso molto probabilmente necessario.

VOLLEY FEMMINILE – Nella squadra c’è una grande campionessa, Paola Egonu, ottime atlete come De Gennaro, le nostre centrali e anche in parte Caterina Bosetti, ma abbiamo due vuoti spaventosi nel ruolo di ricettore-schiacciatore e in regia. Contro una squadra ottima come la Serbia avevamo poche chance ed è la terza volte che ci perdiamo dopo i Mondiali e gli Europei. Anche qui vinciamo senza soluzione di continuità con le Nazionali giovanili e nei Mondiali under 20 di luglio scorso Gaia Guiducci è stata eletta migliore giocatrice del torneo. E Guiducci è una palleggiatrice. Adesso toccherebbe ai club aspettarle e testarle per coltivare – e non disperdere – il loro talento.

BASKET MASCHILE – Tre assenze alle Olimpiadi, due non partecipazioni ai Mondiali e un decimo, 17esimo, ottavo e due quinti posti agli ultimi Europei. In un mondo cestistico che cresce a ogni latitudine, noi negli ultimi quindici anni non siamo praticamente esistiti, nonostante cinque atleti in Nba. Fatte queste premesse, come si fa a non fare i complimenti a questa squadra che è arrivata a un passo dalla semifinale, facendo paura alla Francia? Buona parte dei meriti va ascritta a Meo Sacchetti, l’artefice di tutto questo, l’uomo che ha cambiato la mentalità di una squadra spesso battuta in partenza? Nel mondo del basket il futuro è molto ondivago. I talenti giovani crescono a doppia velocità, accelerando la loro evoluzione al di là dell’Oceano e in squadre di alto livello europeo. Per dire: alcuni azzurri – Simone Fontecchio in primis, prima di lui Nicolò Melli – hanno trovato la loro maturità definitiva all’estero. L’Italia ha dimostrato a Tokyo di avere diverso talento giovane e altrettanto cresce alle loro spalle (da Matteo Spagnolo a Paolo Banchero). Trovare una loro collocazione in squadre e campionati competitivi, fa tutta la differenza possibile.

BASKET FEMMINILE – Abbiamo alti e bassi quasi incomprensibili, anche se i bassi dominano non partecipando a un’Olimpiade dal 1996 e a un Mondiale dal 1994. Abbiamo talenti come Cecilia Zandalasini o Elisa Penna, ma per adesso non abbiamo mai trovato un torneo in cui farci vedere davvero. Si deve crescere anche di sistema e interesse nazionale, sperando di trovare buone sponde anche per quanto riguarda i media.

CALCIO MASCHILE – Nell’estate in cui abbiamo vinto gli Europei c’è poco da dire se non che la Figc ha fatto un lavoro eccezionale, prima di tutto scegliendo Mancini e il suo staff. Non siamo alle Olimpiadi perché, dopo aver battuto la squadra che è in finale olimpica, la Spagna, e vinse gli Europei under 21 del 2019, qualificanti per Tokyo, abbiamo perso una seconda partita del girone sciagurata contro la Polonia. La vittoria anche contro il Belgio non ci fece passare il turno che avremmo di sicuro meritato. Ma non è detto che da quella delusione i vari Chiesa, Barella, Bastoni, Lorenzo Pellegrini (fuori rosa agli Europei solo per infortunio), Locatelli, Meret non siano voluti ripartire più forti e imporsi subito al piano di sopra. Certo, una Nazionale come l’Italia farebbe bene a pensare di tornare alle Olimpiadi, dalle quali manchiamo da Pechino 2008.

CALCIO FEMMINILE – È un movimento in ascesa per interesse, investimenti e talento diffuso. Dobbiamo solo attendere il momento giusto per piazzare la stoccata olimpica e in ottica Parigi 2024 non pensarci già tagliate fuori. Possiamo crescere e tanto.

PALLANUOTO MASCHILE – Fa male la sconfitta ai quarti contro la Serbia da campioni del mondo, ma i serbi sono campioni olimpici in carica e quando giocano davvero i vari Filipović, Prlainović e Mandić non li fermi. Non possiamo non dirci una Nazionale cardine dell’intero movimento globale, abbiamo le migliori squadre di club in Europa e siamo ancora la mecca tecnica del gioco. Fa un po’ paura l’età media dei convocati a Tokyo, ma anche in questo caso siamo bronzo mondiale juniores nel 2019 e i giovani premono per giocare.

PALLANUOTO FEMMINILE – È stata l’esclusione più bruciante dalle Olimpiadi di Tokyo perché avvenuta in un torneo preolimpico organizzato a Trieste, da argento olimpico in carica. La partita del torneo però contro l’Ungheria ha dimostrato in maniera evidente che siamo assolutamente di secondo livello rispetto alle prime 6-7 squadre leader al mondo. Adesso il Setterosa è in mano a Carlo Silipo e c’è la speranza di ripartire, magari non per Parigi 2024, ma almeno di costruire una squadra che se la possa giocare a livello europeo.

PALLAMANO MASCHILE – Abbiamo sacche territoriali di interesse, ma abbiamo troppe squadre davanti in Europa e nel mondo. Non siamo mai andati alle Olimpiadi e ai Mondiali una sola volta, nel 1997, finendo 18esimi. C’è poco interesse e gli altri sono troppo avanti per crescere davvero.

PALLAMANO FEMMINILE – Qui qualcosa si muove, non solo perché abbiamo buone squadre di club che danno qualche fastidio anche a livello europeo, ma la notizia più interessante dell’estate è stata la vittoria dei Campionati Europei under 19 di Divisione B per la prima volta nella storia. Qui non c’è la calma piatta, qualcosa si muove.

SOFTBALL – Essere alle Olimpiadi è stata una grande conquista. L’ha voluta Enrico Obletter, portato via dal Covid dopo aver visto le sue ragazze qualificarsi a Utrecht contro le olandesi, le nostre principali avversarie in Europa. Siamo anche campionesse d’Europa in carica e una squadra molto giovane. Anche per questo motivo non abbiamo reso contro le migliori squadre al mondo alle Olimpiadi, ma il tempo è dalla nostra parte.

BASEBALL – Anche nel Baseball dominiamo in Europa insieme all’Olanda, anche se negli ultimi tempi gli Orange hanno scavato una distanza difficile da recuperare: hanno vinto gli ultimi tre Europei, ma una nuova forza si palesa all’orizzonte, Israele, che si è qualificata per Tokyo 2020 nel torneo preolimpico organizzato in Italia e dove abbiamo giocato davvero male. In questo sport noi ci siamo fermati e altri hanno iniziato a correre.

RUGBY A 7 MASCHILE – All’inizio degli anni 2000 eravamo un’ottima squadra, oggi siamo una squadra mediocre, nona al World Rugby Sevens Challenger Series del 2020 e distante anni luce dalle squadre leader del movimento. Al torneo di qualificazione olimpica siamo usciti ai quarti contro l’Inghilterra perdendo 35-0. Questa spiega abbastanza bene la differenza tra noi e le grandi squadre.

RUGBY A 7 FEMMINILE – Mentre il rugby a 15 femminile in Italia sta crescendo, quello a sette non cresce allo stesso livello. Tre noni posti nelle ultime tre edizioni del Sevens Grand Prix Series confermano la nostra mediocrità. Al torneo di qualificazione siamo arrivate settime, vincendo solo contro Moldova e Romania, perdendo ai quarti di finale contro la Russia per 44-0.

HOCKEY SU PRATO MASCHILE – Uno dei movimenti più deboli dell’intero sport italiano. Non partecipiamo a un Mondiale dal 1978, mentre agli ultimi tre Europei abbiamo raccolto un 15esimo, un 18esimo e un 16esimo posto.

HOCKEY SU PRATO FEMMINILE – Qui un piccolo colpo lo abbiamo battuto con il nono posto all’ultimo Mondiale, arrivando addirittura seconde in un girone con le poi campionesse mondiali dell’Olanda (che ci ha battuto 12-1). Anche ai quarti abbiamo fatto una buona figura contro l’India, perdendo per 3-0. Qualcosa potrebbe accadere.

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