Nicolò Cafagna, giornalista de Il Cittadino di Monza, scrittore e blogger de ilfattoquotidiano.it, è morto a 38 anni a causa di una polmonite che ha complicato il suo stato di salute già da tempo assai precario. Monzese nato nel 1983, aveva sin dalla nascita la distrofia muscolare di Duchenne che definiva “la francesina”, una malattia genetica neuromuscolare degenerativa. Cafagna amava affrontare il tema della disabilità in tono ironico, irriverente, non gli piaceva piangersi addosso e per anni ha lottato contro bullismo e discriminazione nei confronti delle persone disabili.

La passione per il giornalismo – Tra i diversi interessi, Cafagna aveva sicuramente quello del giornalismo: “Ho scelto il giornalismo perché sono un esemplare di disabile, quindi pigro per natura, e il giornalista mi sembrava il lavoro più appropriato” ha scritto di se stesso. Da blogger del Fatto.it inviava post che facevano riflettere, creavano discussioni e aprivano le menti di tante persone che non conoscono direttamente o anche indirettamente il mondo delle disabilità. Uno dei suoi temi preferiti era il sesso e l’inclusione sociale. La sua vita, tra le varie cose, era una lotta tenace per abbattere le barriere architettoniche ma soprattutto quelle culturali alla continua ricerca di una società più inclusiva e con pari opportunità per tutti

Autore di un libro ironico sulla sua storia in sedia a rotelle – Aveva anche raccontato la propria particolare condizione di uomo con una forma di disabilità motoria grave in un libro intitolato “Diverso da chi? Storie a rotelle e ironia senza freni”. Il Fatto.it lo ha intervistato il 21 gennaio 2021. Aveva voglia di raccontare e descrivere le tante implacabili criticità della sua malattia ma senza mai trascurare le opportunità e ricchezze che a suo modo “la francesina” gli aveva fatto conoscere. Un libro divertente che ha la prefazione di Marco Cappato, ma che fa riflettere anche su temi delicati, dimostrando soprattutto che i termini come “normodotato” e “disabile” rappresentano solo due etichette sulle quali l’autore gioca senza mai nascondere la propria diversità. Amava parlare di sessualità “perché è un argomento centrale della vita di tutti e, quindi, riguarda anche i disabili, benché qualcuno sia convinto che non abbiamo pulsioni sessuali”. Era stato ricoverato a causa di complicanze all’ospedale San Gerardo di Monza, cosa che lui stesso aveva condiviso su Facebook scrivendo il 2 agosto un post adoperando il suo solito tono ironico e pungente: “Per chi mi ama: qualche giorno dopo aver annunciato le dimissioni dalla Cattoclinica, vengo assunto al San Gerardo di Monza con una polmonite!”. Questo il suo ultimo saluto a coloro che, a vario titolo, lo hanno amato o quantomeno apprezzato e seguito sui social.

Un passato da giocatore di powerchair hockey – Il 38enne monzese in passato era anche uno sportivo e aveva fatto parte della squadra di powerchair hockey degli Sharks Monza. La squadra, tra i tanti messaggi di cordoglio, gli ha dedicato un ultimo saluto:“ Gli Sharks perdono un altro pezzo della loro storia. Nicolò Cafagna, tra i primi a far parte della squadra, ci ha lasciati. Alla sua famiglia e a tutte le persone che gli hanno voluto bene va il nostro più grande abbraccio”. A marzo aveva anche denunciato sui social la difficoltà a sottoporsi al vaccino anti-covid19, nonostante fosse una persona fragile che aveva diritto alla priorità vaccinale per tutelare la sua incolumità. “È andata meglio alla nonna di Fedez che dopo la critica di Chiara Ferragni su Twitter è stata chiamata il giorno dopo per la somministrazione del vaccino” aveva detto a MonzaToday.

L’ultimo saluto – La cerimonia laica, come lui desiderava, per salutare Nicolò Cafagna un’ultima volta si svolgerà giovedì 5 agosto a Monza in Viale Puglia 14 dalle ore 14 alle ore 15. La redazione dei ilfattoquotidiano.it si unisce al cordoglio, gli dedica un ringraziamento e manda ai suoi cari un grande abbraccio. Ciao Nicolò.

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