Nessuna persona sotto i 60 anni che abbia effettuato almeno una dose di vaccino contro il Covid è stata ricoverata in terapia intensiva in Italia nei 30 giorni che vanno dall’11 giugno all’11 luglio. Il dato è contenuto nell’ultimo report esteso settimanale diffuso dall’Istituto superiore di Sanità (Iss) e conferma ancora una volta l’efficacia dei vaccini non solo nel ridurre il rischio d’infezione, ma soprattutto nell’abbassare drasticamente la probabilità di finire in un letto d’ospedale dopo aver contratto il coronavirus. “Se i vaccini non fossero efficaci nel ridurre il rischio di infezione, non si osserverebbero differenze nel numero di casi tra vaccinati e non vaccinati – scrive l’Iss nel suo report – Le differenze osservate mostrano che i vaccini sono efficaci nel ridurre il rischio di infezione, di ospedalizzazione, di ricovero in terapia intensiva e di decesso”. Al 3 luglio, nella fascia d’età degli over 80, l’85% della popolazione risultava essere vaccinata con ciclo completo. Negli ultimi 30 giorni, tra gli ultraottantenni, il 33% delle diagnosi, il 46% delle ospedalizzazioni, il 71% dei ricoveri in terapia intensiva e il 69% dei decessi (sette su dieci) sono avvenuti tra coloro che non hanno ricevuto alcuna dose di vaccino.

L’analisi per fascia d’età non riguarda solo gli over 80. Tra i 12 e i 39 anni, si legge nella tabella dell’Iss riferita al periodo che va dall’11 giugno all’11 luglio, l’81% dei casi positivi è tra persone non vaccinate. Solo il 5% dei contagi avviene tra persone che hanno ricevuto anche il richiamo. Inoltre, tra gli under 40 vaccinati, appena l’1,8% finisce in ospedale e nessuno in terapia intensiva. Sono zero anche i decessi, mentre 3 persone non vaccinate sono morte per il Covid nonostante la giovane età. Nella fascia tra i 40 e i 59 anni il 60% dei casi positivi è tra persone non vaccinate. Solo il 13,8% degli immunizzati si contagia e in un mese appena 22 sono stati ricoverati in ospedale e nessuno di loro ha avuto bisogno della terapia intensiva. Guardando infine alla fascia tra i 60 e i 79 anni, si nota un trend simile: i vaccinati anche con richiamo finiti in rianimazione sono solo 4, mentre sono 42 (il 71%) tra i non immunizzati. Anche qui si nota chiaramente che i 60enne e 70enni protetti dal vaccino si contagiano di meno (sono il 24,7% del totale) e finisco raramente in ospedale (13%).

Analizzando nello specifico sempre la fascia d’età degli over 80, l’Iss sottolinea come se le vaccinazioni nella popolazione raggiungono alti livelli di copertura si verifica l’effetto paradosso per cui il numero assoluto di infezioni, ospedalizzazioni e decessi può essere simile tra i vaccinati rispetto ai non vaccinati. Tra gli ultraottantenni, per esempio, “si osserva che il numero di ospedalizzazioni fra vaccinati con ciclo completo e non vaccinati è simile“. Dall’altra parte, il tasso di ospedalizzazione negli ultimi 30 giorni negli over 80 non vaccinati è circa dieci volte più alto rispetto a quello degli ultraottantenni vaccinati con ciclo completo (28 vs 3 per 100mila abitanti).

Il report dell’Istituto superiore di Sanità in base ai dati ha elaborato anche le stime di efficacia vaccinale nel periodo che va dal 4 aprile (approssimativamente la data in cui la vaccinazione è stata estesa alla popolazione generale) al 18 luglio 2021 per fascia di età. L’efficacia complessiva della vaccinazione, aggiustata per età, è superiore al 70% nel prevenire l’infezione in vaccinati con una dose e superiore all’88% per i vaccinati con ciclo completo. L’efficacia nel prevenire l’ospedalizzazione sale all’81% con una dose e al 95% con ciclo completo. L’efficacia nel prevenire i ricoveri in terapia intensiva è pari all’89% con ciclo incompleto e al 97% con ciclo completo. Infine, l’efficacia nel prevenire il decesso è pari all’80% con una dose e al 96% con ciclo completo.

Un altro effetto della campagna vaccinale è la diminuzione nell’età mediana dei casi di Covid, dato che le categorie prioritarie per il vaccino sono state le fasce di età più avanzate. L’età mediana dei casi al primo ricovero è diminuita nell’ultima settimana (48 anni), così come l’età dei casi all’ingresso in terapia intensiva (59 anni) e al decesso (78 anni).

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