Ibra, Trezeguet, Modric, Nedved, ma anche Zavarov, Arshavin, Joao Mario, Milosevic: vetrina d’eccellenza o bottega delle illusioni gli Europei, da sempre. Da quando il Verona individuò quello che tutt’ora auspica diventi sindaco della città: Preben Elkjaer Larsen, che nell’84 portò la Danimarca fino alle semifinali, convincendo la dirigenza dell’Hellas a sborsare 2 miliardi e mezzo di lire ai belgi del Lokeren per accaparrarselo: mica male, visto che coi suoi gol regalò uno scudetto storico agli scaligeri. Nel 1988 invece in vetrina ci finirono inevitabilmente l’Olanda e la Russia: degli Orange nel Milan c’erano già Gullit e Van Basten, non c’era Rijkard, però, e Braida per acquistarlo dovette passare brutti momenti, coi tifosi dello Sporting Lisbona inferociti tanto da dover nascondere il contratto tra gli indumenti intimi. Nella truppa di Lobanovsky spiccava la classe di Zavarov: la Juventus dovette smuovere anche le paludi burocratiche sovietiche per assicurarsi quel calciatore che aveva portato assieme ai compagni l’Unione Sovietica fino in finale. Aspettative notoriamente disattese, come per tutti i compagni di Zavarov che superarono i confini, da Dasaeev a Rats ad Alejinikov.

E nel 1992? È ancora la Danimarca che attira le attenzioni di presidenti e manager: Cecchi Gori si frega le mani dopo aver preso Brian Laudrup dal Bayern Monaco per 8 miliardi, e anche perché dai bavaresi prende pure un altro finalista di quell’Europeo, Stefan Effenberg per 5,6 miliardi… i due non faranno malissimo, ma la Fiorentina nonostante i 14 miliardi di lire spesi finirà in Serie B. Il 1996 è l’anno della Repubblica Ceca: si stropicciano tutti gli occhi vedendo correre e tirare Pavel Nedved e il più lesto ad assicurarsi quel centrocampista è Sergio Cragnotti, patron della Lazio: 8 miliardi allo Sparta Praga, un affare, considerando lo scudetto in biancoceleste, la Coppa delle Coppe, la Supercoppa Europea…e la rivendita a 70 miliardi di lire alla Juventus del futuro pallone d’oro. Nel 2000 il Parma aveva già avuto modo di apprezzare Joan Micoud, talento del Bordeaux sconfitto un anno prima in finale di Coppa Uefa… ma quella traversa da centrocampo colta contro l’Olanda nella terza del girone suggerì ai ducali di non lasciarselo sfuggire. Non farà malissimo, ma neppure benissimo in gialloblu, dove rimarrà solo due anni. Decisamente sbagliato per i ducali l’acquisto del capocannoniere di quel torneo: Savo Milosevic, pagato circa 50 miliardi di lire… solo 8 gol per il serbo in Serie A per poi essere mandato in Spagna di anno in anno, sempre in prestito.

Sarà la Juve ad accaparrarsi il centravanti giusto in quell’occasione: David Trezeguet dal Monaco, fresco di gol vittoria in finale proprio contro l’Italia. Un “target” evidentemente molto amato da Luciano Moggi, quello dei “giustizieri dell’Italia” agli Europei: 4 anni dopo metterà gli occhi, e 16 milioni di euro, su Zlatan Ibrahimovic, acquistato dall’Ajax dopo l’incredibile gol di tacco contro l’Italia. Anno sfortunato per gli attaccanti il 2008: stupiranno i russi, Pavlychenko e soprattutto Arshavin, per il primo il Tottenham sborserà 17 milioni di euro, ma il bomber russo andrà malissimo alla prima stagione, un po’ meglio nelle altre due ma senza rispettare le aspettative, croce e delizia invece Arshavin per l’Arsenal: 20 milioni di euro e colpi incredibili alternati a prestazioni anonime.

Ma se l’acquisto di Pavlychenko è stato decisamente sbagliato per il Tottenham, gli Spurs si sono rifatti acquistando un altro calciatore messosi in luce in quell’Europeo del 2008: Luka Modric dalla Dinamo Zagabria… serve a poco aggiungere altro. Avaro di grandi colpi l’Europeo del 2012: si metterà in luce Mario Mandzukic con la Croazia, acquistato dal Bayern Monaco, mentre il 2016 è l’anno del Portogallo, con Joao Mario che attirerà le attenzioni dell’Inter, che lo acquisterà per 45 milioni di euro circa, non facendo un grosso affare a dir la verità. E quello del 2020? Chi si fionderà sui talenti dell’Austria farà un buon affare? Qualcuno avrà il coraggio di scommettere ancora su Schick? Chi busserà alla porta di Ferrero per Damsgaard, il cui valore in tre mesi è più che raddoppiato secondo Transfermarkt? È la vetrina degli Europei: boutique d’eccellenze o bancarella d’illusioni.

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