Il reddito di cittadinanza non si tocca e il presidente del Consiglio Mario Draghi è stato sollecitato “a prendere una posizione chiara e ferma”. Dopo gli ultimi attacchi alla misura di sostegno alle fasce più povere della popolazione, interviene direttamente il leader in pectore del M5s, Giuseppe Conte. Ieri Giorgia Meloni ha definito il reddito “come il metadone per i tossici”: l’ultima uscita di un dibattito che Conte definisce “inquinato“, facendo riferimento anche agli attacchi arrivati da Matteo Salvini e Matteo Renzi. “Alcuni leader di partito hanno deciso di prendere di mira gli aiuti alle fasce più deboli e più esposte della popolazione”, scrive l’ex premier in un post su Fb.

Il primo riferimento è proprio ai due Matteo, con Renzi che ha addirittura lanciato l’idea di un referendum per abolire il reddito in quanto “diseducativo”. Proprio al leader di Italia Viva Conte dedica un passaggio del suo post: “Non sorprendono le dichiarazioni di chi propone referendum per cancellare reddito e pensioni di cittadinanza per milioni di cittadini e famiglie in difficoltà economica. Quando, forti della propria esperienza di potere, si sottoscrivono contratti per centinaia di migliaia di euro con produttori compiacenti, il rischio di diventare insensibili ai bisogni dei più fragili è nelle cose”. Renzi è indagato a Roma per finanziamento illecito insieme al manager Lucio Presta. I magistrati stanno analizzando i rapporti economici l’ex premier e il manager, che è indagato anche per false fatture. Le fiamme gialle hanno acquisito il contratto dell’ormai noto documentario “Firenze secondo me”, per il quale secondo quanto ricostruito da L’Espresso il leader di Italia viva ha incassato 454mila euro, mentre al produttore sono arrivati solo 20mila euro da Discovery.

Poi Conte replica anche a Meloni: “Dispiace anche il tono di chi parla di ‘metadone per i tossicodipendenti’ riferendosi al sostegno economico fornito con il Rdc dallo Stato a tanti italiani”. “Non fa onore alla nostra democrazia e ai nostri valori il fatto che forze politiche che si candidano a governare il Paese possano perdere la bussola del rispetto per le difficoltà dei cittadini”. Il post di Conte poi prosegue: “Invito queste forze politiche ad approfondire le tante microstorie dei beneficiari del reddito, di oltre 1,3 milioni di minori e di mezzo milione di disabili per cui queste risorse rappresentano un sostegno imprescindibile per mangiare e per far fronte a bisogni di vita essenziali. Le invito ad approfondire le storie di tanti precari che lavorano e non riescono a mettere insieme uno stipendio degno, tanto da dover ricorrere al Reddito per “sopravvivere”. Così come quelle di tanti pensionati che ricorrono alla pensione di cittadinanza per alleviare la sofferenza economica del proprio nucleo familiare. Invito tutti a fare un bagno di umiltà e di umanità, a rispettare storie e momenti difficili. A darsi da fare, invece di nascondere i principi della nostra Costituzione sotto una coltre di superficialità e slogan volgari“. Il riferimento è anche all’ultimo rapporto dell’Inps, che ha definito il reddito di cittadinanza “un’ancora di salvezza” per minori, disabili e svantaggiati.

“Il Movimento 5 Stelle sta lavorando per migliorare il Reddito di cittadinanza e un suo più efficace collegamento con le politiche attive per trovare lavoro”, prosegue Conte. Che poi però ribadisce: “Ma giù le mani da uno strumento che – dati alla mano – ha inciso positivamente sui livelli di povertà, sulle disuguaglianze. Non consentiremo a nessuno di togliere gli ombrelli di protezione ai più deboli in mezzo a un diluvio. Abbiamo scelto di stare dalla parte di chi non ha voce, con buona pace per chi è pronto a raccogliere i fiati di chi ha potere economico ma non ha orecchi per chi non possiede nulla“, conclude Conte.

L’offensiva politica alla misura anti-povertà del primo governo Conte – dopo quella congiunta di Matteo Salvini e Matteo Renzi, che ha addirittura lanciato l’idea di un referendum per abolirlo in quanto “diseducativo” – era arrivata appunto lunedì da Giorgia Meloni. La presidente di Fratelli d’Italia, oltre a paragonare il sostegno al metadone, aveva aggiunto: “È una misura cretina e fatta male, una misura depressiva per la nostra economia, che ha favorito il lavoro nero e la disoccupazione“. Parole non tante diverse da quelle usate pochi giorni fa da Renzi, che è arrivato a ripetere in più occasioni che non solo il reddito di cittadinanza è “diseducativo“, ma che sono proprio “soldi buttati“. Oltre ad accusare il M5s di averlo introdotto solo come “voto clientelare“. Pure Matteo Salvini, che del primo governo Conte faceva parte, ora va dicendo che “dopo l’estate va rivisto il reddito di cittadinanza perché siamo pieni di imprenditori, ristoratori, albergatori in Calabria che non riescono a trovare personale”. “Invece di creare occupazione, crea lavoro nero e disoccupazione”, il solito tormentone. Lo stesso segretario del Carroccio, davanti alle video-inchieste sul lavoro stagionale sottopagato e al nero de ilfattoquotidiano.it, aveva minimizzato, dicendo che “ovunque c’è chi fa il furbo”.

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