Alla fine è successo senza i grandi talenti coccolati per un decennio abbondante. A riportare l’Italbasket alle Olimpiadi sono un giovane italo-americano, due azzurri che hanno traslocato all’esterno per trovare spazio in Eurolega seguendo le orme di quel Nicolò Melli, oggi in Nba a Dallas, che maturò in Germania. Accanto a loro il miglior giocatore del campionato italiano Stefano Tonut e la sorpresa della Serie A conclusasi da poco, Alessandro Pajola, fresco di scudetto con la Virtus Bologna come i compagni di squadra Giampaolo Ricci, Awudu Abass e Amedeo Tessitori. E poi il sassarese Marco Spissu, Riccardo Moraschini, ‘maturato’ in provincia per poi assaporare l’inner circle del basket europeo con l’Olimpia Milano, e Michele Vitali, altro expat nell’ultima stagione.

È a loro che si è affidato coach Meo Sacchetti per professare il suo basket ‘libero’ già celebrato con successo sulla panchina di Sassari. Un modo di andare in campo che evidentemente in Nazionale ha trovato di nuovo i giusti interpreti e l’entusiasmo di un gruppo che si è compattato senza Marco Belinelli e Gigi Datome, i due big che hanno detto no all’azzurro, né Danilo Gallinari, impegnato fino a sabato notte nei playoff Nba e ora con la valigia pronta in attesa dell’ufficialità della sua convocazione. La chiamata – in teoria possibile anche per Belinelli e Datome – dovrà arrivare a breve, perché i 12 che saranno in Giappone vanno comunicati entro martedì.

Il sì al Gallo è scontato, mentre gli altri due ex Nba rimarranno a casa, visto anche il giudizio tranchant espresso dal presidente della Fip Gianni Petrucci dopo la loro rinuncia al Preolimpico. Dove l’Italbasket ha messo a sedere Porto Rico, Repubblica Dominicana e Serbia in un crescendo di risultati e prestazioni che – alla luce della qualità del girone olimpico e della formula dei Giochi – lasciano anche sperare in un passaggio del turno. Ai quarti arriveranno le prime due dei 3 gironi e le due migliori terze. Gli azzurri affronteranno Australia, Germania e Nigeria. La qualificazione è da costruire, ma tutt’altro che impossibile se la qualità del gioco sarà quella srotolata sul parquet di Belgrado. Ecco i profili dei 12 che hanno cancellato diciassette anni di delusioni dopo l’argento di Atene 2004.

Marco Spissu
Playmaker del Banco di Sardegna Sassari, classe 1995, è uno dei pupilli di Sacchetti che lo ha allenato a lungo in Serie A. Ha chiuso l’ultima complicata stagione dei sardi con 13 punti, 5.4 assist e 3.8 assist di media.

Niccolò Mannion
Nato a Siena, ha vissuto in Italia fino a 3 anni insieme alla madre e al padre Pace, ex giocatore di Cantù e altre 6 squadre italiane. Esperienza nel basket universitario con gli Arizona Wildcats, è stato scelto dai Golden State Warriors di Steph Curry e nel suo primo anno in Nba, il 20enne ha chiuso con 123 punti in 30 presenze. Nel gruppo azzurro è certamente l’uomo di maggior talento offensivo.

Stefano Tonut
Guardia dell’Umana Reyer Venezia è nato nel 1993. Altro figlio d’arte – papà Alberto fu tra i protagonisti dell’oro europeo in Francia nel 1983 – e talento prepotente. Nell’ultima stagione è stato premiato come il miglior giocatore della Serie A, chiusa con oltre 16 punti di media.

Nicolò Melli
Ala, 30 anni, gioca in Nba nei Dallas Mavericks. Cresciuto nella sua Reggio Emilia, svezzato dall’Olimpia Milano, ha completato e affinato il suo percorso di crescita al Brose Bamberg con l’italiano Andrea Trinchieri prima di trasferirsi al Fenerbahçe. Quindi la chiamata in Nba, dove ha vestito le maglie dei New Orleans Pelicans e Mavericks. Dopo aver saltato i Mondiali 2019 per un infortunio, a Tokyo sarà – insieme a Gallinari, se verrà convocato – l’uomo di maggior esperienza del gruppo.

Simone Fontecchio
Ala, classe 1995, gioca nell’Alba Berlino, dove ha appena vinto la Bundesliga da protagonista. Spazio che non aveva trovato a Milano, club che aveva investito sul suo talento senza mai crederci fino in fondo. Si è ripreso il palcoscenico in Germania ed è stato tra i protagonisti principali del Preolimpico.

Amedeo Tessitori
Centro, gioca con la Virtus Bologna come altri tre elementi del gruppo allestito da Sacchetti. Classe 1994, è stato portato al Preolimpico nonostante rientrasse da un infortunio che lo aveva escluso dalla galoppata verso lo scudetto delle V nere. È uno degli elementi, come Fontecchio, sui quali il ct ha puntato di più negli ultimi anni per il ricambio generazionale in Nazionale.

Giampaolo Ricci
Ala della Virtus Bologna, si è costruito una carriera con il lavoro e l’abnegazione. Trent’anni, è arrivato in Serie A a 25 anni suonati dopo la gavetta in Serie B e A2. In stagione è stato tra i protagonisti dello scudetto bolognese e anche al Preolimpico ha messo i suoi mattoncini.

Awudu Abass
Comasco, atletismo strabordante per questo classe 1993 della Virtus Bologna che tornerà certamente utile in Giappone quando si giocherà ogni 3 giorni e contro squadre di ‘taglia’. Nell’ultima stagione in A 6.7 punti e 2.6 rimbalzi di media. Con Ricci è uno dei possibili tagli in caso di chiamata di Gallinari.

Riccardo Moraschini
Guardia-ala, 30 anni, è sempre stato considerato uno degli italiani di maggior talento. La sua maturità più lenta del previsto, tra incertezze e infortuni, si è concretizzata tre stagioni fa a Brindisi sotto la guida da Frank Vitucci. Moraschini era disperso tra A2 e A1, poi dalla Puglia ha preso il volo verso Milano e l’Eurolega.

Michele Vitali
Anche lui classe 1991, play-guardia, ha giocato in Germania con il Brose Bamberg con quasi 10 punti di media. La prossima stagione il rientro in Italia, a Venezia, dopo numerose esperienze in squadre di seconda fascia, da Caserta a Brescia, e l’esperienza a Sassari.

Achille Polonara
Ala, altro prodotto del 1991, è cresciuto con Teramo prima di affermarsi in Italia con Reggio Emilia e Sassari. Le big di casa nostra non hanno mai puntato su di lui, che è andato a cercare fortuna nel campionato spagnolo con il Saski Baskonia, vincendo la Serie A spagnola nel 2019/20. Adesso la chiamata del Fenerbahçe per completare una crescita di profilo europeo dimostrata proprio nel Preolimpico, giocato da assoluto protagonista.

Alessandro Pajola
Il più giovane della truppa (1999) eppure non si direbbe. Playmaker della Virtus Bologna, protagonista dello scudetto, sta velocemente trovando una dimensione offensiva dopo essere a lungo stato etichettato come uno ‘specialista’ difensivo. Carattere e fisico, è già una delle chiavi di volta di Sacchetti.

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