Il 23 marzo il Cremlino aveva dichiarato che Vladimir Putin si era vaccinato. Nessuna immagine aveva dato prova dell’avvenuta inoculazione e quanto aveva destato maggiore sospetto era che il suo portavoce Dmitry Peskov non aveva nemmeno chiarito quale siero gli fosse stato somministrato. Il motivo? “Sono tutti affidabili”, aveva tagliato corto, senza dedicare una parola al vaccino messo a punto dall’istituto Gamaleja di Mosca, che la Russia aveva orgogliosamente proclamato essere il primo al mondo. Adesso, però, il vento è cambiato: la grave ondata di contagi che ha travolto il Paese nelle ultime settimane, e peraltro nel pieno degli Europei di calcio, (a San Pietroburgo si svolgeranno il 2 luglio quarti di finale Svizzera-Spagna), spinge Putin a prendere posizione su Sputnik e sulla vaccinazione, che in Russia non è mai decollata anche a causa dello scetticismo della popolazione, da sempre poco fiduciosa nei confronti del siero “autoctono”. La situazione, intanto, si fa sempre più grave: nell’ultimo giorno sono stati registrati 21.042 nuovi casi mentre i morti hanno toccato un nuovo record da inizio pandemia, con 669 vittime. Il più alto numero di decessi è stato registrato a Mosca, dove sono stati 117, e a San Pietroburgo, dove ne sono stati segnalati 111. A oggi solo l’11,9% della popolazione è stata vaccinata con entrambe le dosi.

Putin: “L’origine del virus? Irrilevante. Qui nessuna situazione tragica dopo il vaccino, a differenza di Pfizer e AstraZeneca” – Dunque, Putin. Nel corso della sua linea diretta con il Paese ha annunciato per la prima volta di avere fatto Sputnik. “La vaccinazione è l’unica via per uscire dalla pandemia”, ha ribadito. “Spero che i pregiudizi sui vaccini in Russia spariscano presto e che la campagna vaccinale proceda”. Se in un primo momento non aveva rivelato quale vaccino aveva scelto per non suggerire l’idea che uno fosse migliore di un altro, adesso elogia il siero russo a differenza di quelli approvati e somministrati in Occidente. “Ormai più di venti milioni di russi, circa ventitré milioni, sono stati vaccinati contro il coronavirus. E vediamo che va tutto bene. Grazie a Dio nessuna situazione tragica è stata riportata in Russia dopo la vaccinazione, come invece è accaduto dopo l’uso di AstraZeneca o Pfizer“.

Il leader del Cremlino ha poi aggiunto di sperare “che alla fine raggiungeremo ancora l’immunità di gregge, di cui stiamo parlando, anche grazie al processo di vaccinazione attiva, e le scuole, gli istituti di istruzione superiore, le piccole e medie imprese e le nostre grandi aziende lavoreranno normalmente”. Quanto alla vaccinazione obbligatoria, Putin si dice contrario, ma ha aggiunto che per alcune categorie di persone è stata introdotta in alcune regioni della Russia per evitare il lockdown, ha proseguito, che provoca chiusure e disoccupazione. E, contrariamente alla linea condivisa da Europa e Stati Uniti che chiedono trasparenza alla Cina per fare luce sull’origine del virus e sull’eventuale fuga dal laboratorio di Wuhan, Putin taglia corto: l’origine del virus è “irrilevante” rispetto al rischio che ora pone alla salute pubblica e quello che importa ora è proteggersi col vaccino.

Parole che dovrebbero incoraggiare la popolazione a vaccinarsi, ma la convinzione che il siero sia stato sviluppato e approvato come strumento di propaganda governativa e senza sufficiente supporto scientifico, resta ampiamente diffusa. Ad aprile, quindi dopo la vaccinazione di Putin, un sondaggio del Levada Center rilevava che il 62 percento dei russi non voleva essere vaccinato e il 56% non temeva di contrarre il virus. A distanza di due mesi, pare che la fiducia dei cittadini sia rimasta al palo.

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