Tra il 2021 e il 2022 si cambia canale. Non è solo un modo di dire perché, a partire dal primo settembre – con diversi scaglioni – i canali tv inizieranno il passaggio a uno standard di codifica che viene usato per i canali HD. Nello stesso momento si spegnerà definitivamente il digitale terrestre attualmente in uso. L’operazione è stata voluta dal governo di Matteo Renzi per liberare la banda 700 Mhz dalle tv e trasferirla alle compagnie telefoniche per lo sviluppo del 5G. Ma al tempo stesso è stata studiata per allungare la vita al duopolio Rai-Mediaset, già messo alle strette dallo sviluppo di Sky e dall’arrivo dei nuovi rivali della tv on demand via Internet come Netflix e Amazon. Il tutto non senza costi per le famiglie italiane che potrebbero essere costrette a cambiare nuovamente televisore oppure ad acquistare un decoder ad hoc.

Anche perché la transizione si completerà al primo settembre quando cambierà anche il sistema di compressione e codifica video passando dall’Mpeg2 all’Mpeg4. Che cosa significa esattamente? In pratica funzioneranno solo i televisori ad alta definizione (High definition, HD). Quindi se si vuole guardare la tv in chiaro via digitale terrestre e non si è in possesso di un apparecchio recente, bisognerà munirsi di un nuovo decoder oppure cambiare tv. Il passaggio al nuovo digitale terrestre è organizzato secondo uno scaglionamento che interesserà le Regioni a partire dal Nord (dal primo settembre al 31 dicembre), per proseguire con il Centro più Sardegna e Campania ma senza le Marche (dal primo gennaio al 31 marzo) e per concludere con il Sud più le Marche (dal primo aprile al 20 giugno).

Non è un cambiamento da poco. Secondo un’indagine della Fondazione Ugo Bordoni, a settembre il passaggio al nuovo standard potrebbe tagliare fuori fra i 9 e i 10,2 milioni di famiglie. Quanto ai costi, secondo le stime di Consumerismo no profit, la transizione tecnologica comporterà una spesa compresa fra i 30 e i 150 euro a famiglia. “La stima è conservativa – spiega Luigi Gabriele, presidente dell’associazione di consumatori – Il costo può salire a seconda di cosa si decide di fare: nella lista di Tv e decoder compatibili con il Dvb-T2 sono presenti dispositivi per tutte le tasche”.

Canali 100 e 200 per testare il proprio televisore – Per scoprire se la tv di casa continuerà a ricevere il segnale, bisognerà fare un piccolo test. Come suggerisce Altroconsumo, basta sintonizzarsi sul canale 200 (canale test di Mediaset) o sul 100 (quello Rai). “Se si visualizza una schermata statica con la scritta “Test HEVC Main10”, allora può stare tranquilli: il proprio televisore riceverà il nuovo segnale tv anche dopo che il passaggio alla nuova tecnologia sarà ultimato (nel 2022). – spiegano dall’associazione di consumatori – Se invece andando sui canali 200 e 100 non si visualizza niente (uno schermo nero oppure non sono neppure sintonizzati i canali 200 e 100) allora il televisore in questione potrebbe non essere abilitato al nuovo standard. Il condizionale è d’obbligo per varie ragioni. Prima di fiondarsi a comprare un nuovo apparecchio è bene risintonizzare tutti i canali e poi provare ad andare di nuovo sul canale 200 o sul 100”. Inoltre sarà sempre possibile guardare la tv su telefonini, tablet e monitor sfruttando la connessione Internet e accedendo ai siti delle tv tradizionalmente seguite via digitale terrestre oppure alla tv on demand che gli italiani hanno imparato a conoscere meglio durante il lockdown.

Incentivi per cambiare la televisione – Infine da tempo il governo ha messo in campo incentivi finalizzati alla sostituzione dei vecchi televisori o all’acquisto di decoder satellitari e terrestri (Bonus TV – Decoder di nuova generazione (mise.gov.it). Denaro (151 milioni in tutto) cui si potrà attingere ancora per tutto il 2021 (25 milioni il plafond) e per il prossimo anno (sempre entro il tetto dei 25 milioni stanziati). A patto però di avere un Isee fino a 20mila euro per poter ottenere uno sconto massimo da 50 euro per l’acquisto di un nuovo televisore o di un decoder. La richiesta, compatibile con l’Iva agevolata al 4%, va presentata direttamente al negozio compilando il modulo disponibile sul sito del ministero dello sviluppo economico. Tuttavia l‘adesione per i commercianti è facoltativa.

Inoltre sono stati tagliati fuori i venditori che operano esclusivamente online dal momento che è necessario rivolgersi al negozio per ottenere lo sconto. Forse anche per questa ragione finora il bonus tv non ha riscosso un grande successo: dall’inizio dell’incentivo (2019) alla fine del maggio scorso, erano stati erogati solo 25,6 milioni, un quarto rispetto alla stanziamento per il biennio. Ma c’è da scommettere che le richieste saliranno non appena il televisore non funzionerà più. Sono invece ancora bloccati i 100 milioni che il governo ha stanziato per la rottamazione delle vecchie tv senza limiti di reddito per i beneficiari. Manca il decreto attuativo che dovrà fissare le regole per accedere allo sconto di 100 euro senza Isee.

In una prima versione di questo articolo era stata indicata una data inesatta (il primo luglio) per l’inizio del passaggio al nuovo sistema di trasmissione del digitale terrestre. In realtà il passaggio avverrà, per tappe, a partire dal primo settembre e si concluderà nella primavera del 2022. Ci scusiamo dell’errore con i lettori.

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