Arf! è da anni l’evento di riferimento del fumetto a Roma, una manifestazione che negli anni ha portato decine di migliaia di appassionati a vedere, oltre a innumerevoli incontri pubblici, mostre di grande rilevanza (come quelle per i trent’anni della scomparsa di Andrea Pazienza, per i 70 anni di Tex, accanto alle personali di Milo Manara e Hugo Pratt).

Da quando la situazione pandemica ha consentito eventi in presenza, Arf! è stato in prima fila nel proporre un’offerta artistica di qualità. Fin dalla fine di maggio, la proposta culturale è stata variegata; il 21, 22 e 23 maggio scorsi, infatti, si è tenuto alla Città dell’Altra Economia di Testaccio, a Roma, ARF! Kids; evento che, oltre a una serie di laboratori e incontri, ha ospitato ben tre mostre, completamente diverse per approccio, dedicate ai lettori più piccoli: una personale di Sio, autore dall’umorismo surreale di grande successo tra le giovanissime generazioni; una reinterpretazione collettiva di Tu-Sai-Chi, ispirata al villain della più celebre saga di J.K.Rowling, che ha visto coinvolto autori del calibro di Maicol&mirco, Giacomo Bevilacqua, Martoz, La Tram, Marta Baroni e molti altri; un omaggio al maestro Gianni De Luca, pilastro di una pubblicazione storica come Il Giornalino. Tutto questo offerto al pubblico a ingresso gratuito.

Dopo aver coinvolto alcuni dei più grandi nomi del fumetto nazionale (citiamo solo Milo Manara, Paolo Bacilieri, Zerocalcare, Gipi, LRNZ e il compianto Tuono Pettinato) nel racconto collettivo Come vite distanti, i cui proventi sono destinati a sostegno della ricerca scientifica dello Spallanzani, Arf! (assieme al Comicon) ha proposto una nuova mostra nella capitale: Women in Comics, fino all’11 luglio a Palazzo Merulana.

Si tratta di un evento in esclusiva europea: l’esposizione originale è stata allestita una sola volta nel 2020 alla Galleria della prestigiosa Society of Illustrators di New York ed è curata da Kim Munson e Trina Robbins, militante femminista e celebre “prima disegnatrice di Wonder Woman”.
Parte integrante, e di grande interesse, dell’evento è la serie di incontri di dibattiti online curati da Rita Petruccioli (autrice di Ti chiamo domani) e Francesca Torre (giornalista, tra le fondatrici del collettivo Moleste).

Accanto alle tavole della citata Trina Robbins, la mostra include, tra le altre, opere originali di Afua Richardson e Alitha Martinez (entrambe vincitrici dell’Eisner Award), di Colleen Doran (che ha disegnato sui testi di giganti dell’immaginario quali Neil Gaiman e Alan Moore), di Emil Ferris (premiata anche con il Fauve d’Or al Festival Internazionale di Angoulême come “Miglior fumetto dell’anno” del 2018) e di Ann Telnaes (Premio Pulitzer come vignettista del Washington Post).
Inoltre, solo per l’edizione italiana, anche le tavole di Raina Telgemeier, fumettista bestseller, vincitrice di cinque Eisner Awards.

Fondamentali per la comprensione della mostra sono gli approfondimenti critici di Valentina Griner e Mara Famularo che consentono al visitatore di orientarsi, creando diversi, possibili percorsi di ricerca.

Questa serie di eventi conferma la straordinaria vitalità della scena fumettistica italiana. Per comprendere l’importanza e le peculiari doti della cosiddetta nona arte, segnalo un saggio essenziale quanto agile: Che cos’è un fumetto (Carocci Editore). Gli autori sono due autorità riconosciute in materia: Valerio Bindi (docente universitario e fondatore del Crack!, festival romano punto di riferimento della scena underground) e Luca Raffaelli (stimato divulgatore e critico de La Repubblica, già autore del saggio Le anime disegnate).

Come scrivono i due autori: “Il fumetto esiste quando instaura un sistema dinamico di relazioni (…) Con una metafora si può immaginare questo rapporto svilupparsi di fronte a uno specchio che riflette da ogni lato. Il fumetto è questo specchio. Il confronto dell’autore con se stesso produce i regimi di segni e di parole e tutte le inferenze fra questi, riversa negli elementi grafici componenti tutte le sue esperienze più personali e la propria coscienza motoria, oltre che il proprio sentire. (…) Dall’altra parte dello specchio chi riceve il fumetto prende tutto questo patrimonio, lo attiva nei vari codici e sistemi dentro di sé e ne costruisce una percezione. Che a questo punto definire ‘lettura’ sarebbe quantomeno limitativo”.

Una lettura che consiglio, per densità e intelligenza, a tutti coloro che vogliano essere introdotti da guide sagge alla scoperta delle meraviglie del fumetto.

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