La Madonna è davvero apparsa a Medjugorje? Sono passati esattamente 40 anni da quando i sei presunti veggenti affermarono di aver visto la “Gospa”. Era, infatti, il 24 giugno 1981 e da quel giorno milioni di pellegrini si sono recati nella piccola località della Bosnia Erzegovina. In tutto questo tempo, però, la Chiesa non ha maturato un giudizio ufficiale sulle presunte apparizioni. Eventi che si verificherebbero ancora oggi. Nel 2010 Benedetto XVI affidò il dossier Medjugorje a una Commissione internazionale di inchiesta presieduta dal cardinale Camillo Ruini.

Il lavoro di indagine è durato quattro anni e nel 2014 è stato consegnato a Francesco, nel frattempo subentrato a Ratzinger alla guida della Chiesa. Stando a quanto affermato dalla Commissione, le prime sette apparizioni, quelle avvenute dal 24 giugno al 3 luglio 1981, sarebbero vere. Dalla relazione emerge “una differenziazione molto netta, sebbene non percepita dai protagonisti delle presunte apparizioni, tra gli inizi del fenomeno e la sua storia successiva”.

“Gli inizi – si legge ancora nel testo – hanno coinvolto infatti alcuni ragazzi e ragazze psichicamente sani e normali i quali, al di fuori da ogni loro attesa o preparazione, e senza che i francescani o altre persone avessero potuto influire su di loro, hanno sempre e concordemente testimoniato che la Madonna è loro apparsa, improvvisamente e ripetutamente in un luogo e in orari precisi, provocando inizialmente in loro sorpresa e timore, qualificandosi come ‘Regina della pace’ e affidando loro un messaggio di conversione e penitenza. Questa testimonianza è stata da loro mantenuta anche quando la polizia li ha arrestati e minacciati di morte”.

Nel 2015 Bergoglio annunciò decisioni imminenti su Medjugorje. Ma poi ha atteso altri quattro anni, cioè fino al 2019, per dare il via libera ai pellegrinaggi in quella località. Una decisione molto incoraggiata anche dalla Commissione Ruini. La scelta del Papa si è resa necessaria per sdoganare i numerosi gruppi di fedeli, guidati dai loro sacerdoti e in qualche caso anche dai loro vescovi, che già si recavano ogni anno nella Bosnia Erzegovina.

Una decisione, come spiegò il Vaticano, presa dopo aver “considerati il notevole flusso di persone che si recano a Medjugorje e gli abbondanti frutti di grazia che ne sono scaturiti”. Ma precisando che tutto deve essere organizzato “sempre avendo cura di evitare che questi pellegrinaggi siano interpretati come una autenticazione dei noti avvenimenti, che richiedono ancora un esame da parte della Chiesa. Va evitato dunque che tali pellegrinaggi creino confusione o ambiguità sotto l’aspetto dottrinale. Ciò riguarda anche i pastori di ogni ordine e grado che intendono recarsi a Medjugorje e lì celebrare o concelebrare anche in modo solenne”.

Francesco non ha mai fatto mistero del suo forte scetticismo sulle presunte apparizioni. “Ma dove sono – ha affermato Bergoglio – i veggenti che ci dicono oggi la lettera che la Madonna manderà alle 4 del pomeriggio? E vivono di questo. Questa non è identità cristiana. L’ultima parola di Dio si chiama Gesù e niente di più. È un’altra strada per fare passi indietro nell’identità cristiana”. E in un’altra omelia, il Papa ha aggiunto: “Ci dicono: il Signore è qua, è là, è là! Ma io conosco un veggente, una veggente che riceve lettere della Madonna, messaggi della Madonna. Ma, guarda, la Madonna è madre! E ama tutti noi. Ma non è un capo ufficio della posta, per inviare messaggi tutti i giorni”.

Eppure dopo 40 anni il fenomeno Medjugorje resiste e provoca la Chiesa imponendole di pronunciarsi finalmente sulle presunte apparizioni. Il cardinale arcivescovo di Vienna ed ex alunno di Joseph Ratzinger, Christoph Schönborn, ha spiegato che “non è compito dei veggenti dimostrare, ma comunicare. Io dico semplicemente e indipendentemente dal giudizio finale di questi fenomeni, che una cosa mi pare evidente: i messaggi sono semplicemente evangelici, sono di buon senso”. Ma l’approvazione del Vaticano tarda ad arrivare.

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