Dal 25 giugno in Lombardia, si potrà spostare l’appuntamento per la seconda dose. Guido Bertolaso, coordinatore della campagna vaccinale della Lombardia, con l’annuncio ha fatto un contestuale appello “al buonsenso dei nostri cittadini affinché questo eventuale spostamento si faccia solo per una ragione importante, solo nei casi necessari, per evitare di ingolfare il sistema e creare problemi nelle agende. Si dovrà fare con un preavviso di sette giorni. Si potrà spostare data, ora e centro vaccinale. Sarà consentita una sola modifica”. La campagna vaccinale, partita malissimo in Lombardia con ritardi e caos sulle prenotazioni, ha però intrapreso una strada di efficienza. “Lunedì raggiungeremo gli 8 milioni di vaccinazioni. Stiamo viaggiando ad una media di 100mila somministrazioni al giorno. Penso che ai primi di luglio saremo la prima regione italiana a raggiungere l’immunità di comunità. Forse sarà il 4 luglio, proprio nel giorno in cui lo annuncerà anche Biden per gli Usa, anche se per noi è stato più difficile perché non abbiamo avuto il loro stesso numero di vaccini” ha detto la vicepresidente e assessore al Welfare di Regione Lombardia, Letizia Moratti.

Accanto ai dati della campagna Moratti annuncia annuncia anche “la Lombardia sarà la prima regione a sequenziare tutti i tamponi positivi. Attualmente abbiamo 15 laboratori attivi, 3 autorizzati e 12 in fase di lavorazione. Oggi sequenziamo il 25% tamponi e, a regime, ne faremo il 100%. Un risultato importante nella logica delle varianti, per tenerle sotto controllo. Tutti i vaccini danno una buona copertura delle varianti e sono l’arma definitiva contro Covid e varianti”. La variante Delta, che tanti problemi sta creando in Gran Bretagna anche sei contagi ora sono di nuovo in calo, in Italia si attesta intorno al 2% anche se potrebbe essere sottostimata, e quindi il sequenziamento per capire come evolve l’epidemia viene considerato molto importante. Certo è che secondo uno studio pubblicato su Lancet con due dosi – ovvero con il ciclo vaccinale completato – l’efficacia dei vaccini rimane comunque molta alta (60% per Astrazeneca e 79% per Pfizer).

“La campagna di vaccinazione non si conclude oggi o l’8 agosto: arriveremo a fine agosto con le ultime inoculazioni e le ultime seconde a fine settembre, solo allora potremo considerare la prima grande campagna vaccinale massiva conclusa ma siamo già pronti per essere in grado di affrontare eventuali imprevisti da ottobre – ha aggiunto Bertolaso – Ci siamo portati avanti perché non è da escludere la possibilità di un richiamo all’inizio dell’autunno, soprattutto a causa delle varianti che stanno comparendo. Invece che farci trovare all’improvviso costretti a organizzare la campagna vaccinale – ha precisato-, abbiamo immaginato già di proporre lo schema organizzativo per garantire gli stessi risultati ma ridurre la pressione sugli ospedali”. “Abbiamo ancora da vaccinare in modo importante la categoria tra i 12 e i 20 anni, che ancora non si è prenotata con i ritmi sperati, ma pensiamo che questo timore e questa sfiducia nel corso delle settimane andrà a calare e ci stiamo organizzando. Noi, a differenza di altri, non abbiamo fatto i vax day per i 18enni somministrando AstraZeneca. Non ci siamo messi ad andare controcorrente per far vedere che eravamo più bravi degli altri, ma abbiamo portato avanti un percorso di vaccinazione sulla base delle indicazioni del governo per fascia d’età. Non sono riuscito a conseguire il traguardo di vaccinare tutti entro fine giugno, ma il motivo è che l’Europa ci ha fornito una quota di vaccini sensibilmente inferiori rispetto al previsto – ha concluso -. Nonostante questo sono stati portati a casa risultati più che positivi. Tutti gli over 80 sono stati di fatto vaccinati, i target degli over 60 sono stati anche in questo caso ottenuti”.

IL DISOBBEDIENTE

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