La variante Delta fa paura. In Inghilterra, in Russia (dove sono sta chiuse le fan zone per gli Europei 2021) e ora anche in Italia. L’ufficialità arriva dal provvedimento odierno del ministro della Salute: “Ho firmato una nuova ordinanza che introduce una quarantena di 5 giorni con obbligo di tampone per chi proviene dalla Gran Bretagna” ha scritto su Facebook Roberto Speranza, che quindi ha rafforzato i controlli e i requisiti per entrare in Italia da parte dei cittadini che provengono dall’Inghilterra. Nessuna nuova norma, invece, per chi entra in Italia dai Paesi dell’Unione Europea, dagli Stati Uniti, dal Canada e dal Giappone con i requisiti del Certificato Verde. L’ordinanza, invece, “prolunga le misure di divieto di ingresso nel nostro Paese da India, Bangladesh e Sri Lanka”. Il provvedimento entra in vigore da lunedì 21 giugno, il che ha creato non poche polemiche visto che domenica a Roma sono attesi tremila tifosi del Galles per la partita contro l’Italia. Un numero che però, secondo quanto si apprende, potrebbe ridursi drasticamente in virtù della quarantena prevista al ritorno in Gran Bretagna. “Perché l’ordinanza è valida da lunedì? Bisogna a dare del tempo prima che sia applicata. E cmq i tifosi sono tutti controllati” ha detto il direttore della Prevenzione Gianni Rezza in conferenza stampa al ministero della Salute.

Il provvedimento firmato da Roberto Speranza arriva all’indomani dell’inizio della distribuzione dei certificati Covid Ue per viaggiare senza restrizioni nel Vecchio Continente. Ieri ne ha dato notizia la Commissione europea. “Ciao Italia, benvenuta nel certificato Covid europeo!” ha scritto su Twitter un portavoce Ue, sottolineando che il nostro Paese ha iniziato a rilasciare i documenti questa settimana insieme al Belgio e al Portogallo. Sono sedici gli Stati membri già collegati alla piattaforma con settimane d’anticipo rispetto alla scadenza del primo luglio. All’appello mancano ancora, tra gli altri, la Francia e i Paesi Bassi. Fatto sta che mentre si ricomincia a viaggiare, le autorità europee hanno aggiornato i protocolli di sicurezza sanitaria sui voli aerei. Niente test o quarantena per chi è completamente vaccinato o guarito da meno di 180 giorni, a meno che provenga da zone ad altissimo rischio con varianti preoccupanti (un solco in cui si inserisce l’odierna ordinanza di Speranza), poi distanziamento di almeno 1 metro e mascherina chirurgica in ogni fase del viaggio.

Sono alcuni aggiornamenti al protocollo da parte di agenzia Ue per la sicurezza aerea (Aesa) e Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), valide sia per voli tra Stati membri, sia da e verso Paesi terzi. La novità, come detto, è arrivata nel giorno in cui il presidente del Consiglio Mario Draghi ha firmato il decreto sul Green pass, valido dal 1 luglio in Italia e Ue, rendendo di nuovo possibile la libertà di movimento, seppur con condizioni stringenti. Le raccomandazioni sui voli non sono vincolanti per gli Stati, ma “si spera che le adotteranno per garantire l’armonizzazione e la ripresa sicura del trasporto aereo e del settore turistico”. Un provvedimento che arriva dopo la frenata sulle riaperture in Inghilterra, che ha registrato un nuovo picco di contagi: oltre 11mila in 24 ore, mai così tanti dal 19 gennaio (12.027). I morti sono stati 19. La preoccupazione è alta ed è in gran parte legata alla variante Delta. La stessa che ha spinto il governo portoghese a vietare i viaggi in uscita e ingresso dall’area metropolitana di Lisbona nei fine settimana (voli e viaggi di lavoro esclusi). Il Portogallo ha registrato dati che non si vedevano da febbraio, con 804 contagi sul totale di 1.233 nella regione di Lisbona, secondo gli esperti causati dalla variante Delta.

Quattro regioni russe hanno poi imitato Mosca, rendendo obbligatori i vaccini a chi lavora nei settori di vendita al dettaglio, istruzione e altri servizi. La Russia è stata tra i primi Paesi a distribuire un vaccino e le autorità hanno l’obiettivo di immunizzare il 60% degli adulti entro l’autunno, ma a inizio giugno solo 18 milioni di persone (12% della popolazione) avevano ricevuto almeno una dose. “La situazione è estremamente difficile”, ha detto il premier, Mikhail Mishustin. L’Austria prevede invece di rimuovere le restrizioni su capacità di eventi culturali e sportivi, di riaprire le discoteche ed eliminare i limiti su matrimoni e feste dal 1° luglio. Il cancelliere, Sebastian Kurz, ha dichiarato che rimarranno regole e limiti, ma dall’inizio di luglio saranno allentante anche le regole sulle mascherine, con ulteriori allentamenti dal 22 luglio. Il Giappone ha da parte sua annunciato la revoca dello stato di emergenza a Tokyo e in altre sei aree la prossima settimana, in vista delle Olimpiadi del 23 luglio-8 agosto. Resteranno allerta alta e limiti alla presenza dei tifosi.

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