I rinoceronti africani diventano radioattivi per sfuggire al bracconaggio. In Sudafrica, ricercatori dell’Università di Witwatersrand hanno avviato un approccio basato sull’energia nucleare per aiutare gli animali ad evitare i cacciatori di frodo. Introducendo quantità innocue di isotopi radioattivi nei corni dei rinoceronti, i ricercatori mirano a renderli più facilmente rilevabili quando si muovono nei Paesi africani in cui vivono. In questo modo vengono monitorati i loro spostamenti e si possono tenere sotto controllo anche i singoli rinoceronti, spesso prede dei bracconieri. Inoltre, in caso di avvenuta cattura, i corni radioattivi possono essere ritrovati nel resto del mondo grazie alla traccia nucleare.

Il programma ha il nome di Rhisotope Project ed è stato realizzato dall’università sudafricana in collaborazione con la statunitense Colorado State University, l’agenzia russa per il nucleare Rosatom e con la Nuclear Energy Corporation of South Africa che si occupa della gestione dell’energia nucleare nel paese africano. Secondo i dati di Rhisotope Project, oggi un chilo di avorio può essere valutato fino a circa 40mila euro. Un valore che mette questi animali a rischio: secondo il Dipartimento sudafricano per le foreste, la pesca e l’ambiente nel 2020 in Sudafrica sono stati catturati dai bracconieri 394 rinoceronti. Al ritmo attuale, i rinoceronti selvatici potrebbero estinguersi in meno di dieci anni. L’aggiunta di isotopi radioattivi nei corni li renderà meno vulnerabili e sembra aver attirato minori critiche rispetto ad altri espedienti, come quello di verniciare i corni, che in passato sono stati usati per dissuadere i cacciatori.

“Il Sudafrica ospita il 90% della popolazione mondiale di rinoceronti. Il flagello del bracconaggio ha colto di sorpresa riserve, parchi nazionali e proprietari privati di rinoceronti, sia per la sua rapidità sia per la sua brutalità. Negli ultimi anni la tecnologia è stata aggiunta ai metodi di contrasto, ma la scienza potrebbe essere il punto di svolta. Con oltre 10mila dispositivi di rilevamento delle radiazioni installati in vari porti di ingresso in tutto il mondo, gli esperti sono fiduciosi che questo progetto renderà il trasporto dei corni maggiormente difficile e aumenterà sostanzialmente la probabilità di identificare e arrestare i contrabbandieri“, spiegano gli studiosi sul sito di Rhisotope Project. Il corno in polvere viene utilizzato nella medicina tradizionale asiatica come presunta cura per una serie di malattie; secondo gli esperti l’attuale aumento di richiesta è stato guidato principalmente dalla domanda in Vietnam. Oltre al suo uso in medicina, il corno di rinoceronte viene acquistato puramente come simbolo di ricchezza.

La prima fase del progetto è iniziata il 13 maggio 2021 e ha visto l’introduzione di tracce di isotopi stabili e innocui nelle corna di due rinoceronti, chiamati Igor e Denver, che abitano nella riserva Buffalo Kloof situata a 35 chilometri di distanza dalla città di Pretoria. Igor e Denver saranno monitorati nei prossimi tre mesi per capire come gli isotopi interagiscono con l’animale e con i suoi spostamenti. Una volta dimostrata la validità del programma, la tecnica sarà offerta ai proprietari di rinoceronti statali e privati nel continente africano e nel mondo. La proprietà intellettuale, la formazione e l’assistenza saranno rese disponibili gratuitamente da Rhisotope Project alle organizzazioni di conservazione che desiderano utilizzare il processo per proteggere gli animali dal bracconaggio.

L’approccio nucleare è solo l’ultimo metodo per evitare il bracconaggio e per mantenere la biodiversità della nazione africana: “Il Sudafrica è uno dei pochi paesi in cui è possibile vedere i ‘Big Five’, ovvero leone, leopardo, rinoceronte, elefante africano e bufalo africano. Dobbiamo lavorare sodo per mantenere questa possibilità. Le bande di bracconieri utilizzano metodi sempre più sofisticati, tra cui elicotteri e apparecchiature per la visione notturna per rintracciare i rinoceronti. Ciò significa che i paesi e gli ambientalisti devono raggiungere lo stesso livello di tecnologia per essere in grado di affrontare il problema, oltre a lavorare per ridurre la domanda”, ha dichiarato il professore James Larkin di Rhisotope Project.

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