“Stento a credere che Marcella Contrafatto possa aver partecipato ad un’azione del genere“. Così Sebastiano Ardita, magistrato e consigliere del Csm, ospite di ‘Non è l’Arena‘, alla domanda se possa essere stata la funzionaria Marcella Contrafatto a far recapitare i verbali dell’avvocato Amara ai giornalisti. Ardita racconta quindi un aneddoto su Contrafatto: “Siamo nel Natale che precede il lockdown, bussano alla mia porta nell’ufficio del Consiglio: era la signora Contrafatto, aveva in mano un oggettino di cristallo che le avevo regalato, mi guarda con gli occhi lucidi dicendo ‘dottore lei è l’unico consigliere che mi ha pensato, io questo non lo dimenticherò’. Per questo e anche per altre ragioni che non sto qui a raccontare, io ho sempre visto negli occhi di Marcella Contrafatto un atteggiamento, uno sguardo di affettuosa riconoscenza nei miei confronti. Francamente, non riesco a vederla nel ruolo di chi imbusta una calunnia e la manda al dottor Di Matteo e ai giornali contro di me“. Se fosse stata la Contrafatto, però, Ardita non ha dubbi, la perdonerebbe: “In tutta la mia vita non ho mai fatto nulla contro qualcuno che è più debole di me. Quindi la perdonerei sicuramente”.

In merito al perché un plico anonimo con i verbali di Amara sia stato inviato al consigliere del Csm, Nino Di Matteo, Ardita risponde: “Può essere una evidente strategia per metterci in difficoltà. Perché sapevano che sarebbe andato dai magistrati? Può darsi che sia per questo o può darsi che sia per condizionare la nostra attività al Consiglio, sicuramente non per un fatto benefico, questo è poco ma è sicuro”.

Articolo Precedente

Silvio Berlusconi, le dieci domande della Cedu all’Italia a sette anni dal ricorso sul processo Mediaset

next
Articolo Successivo

Monza, cinque arresti per corruzione a Desio: “Pilotavano appalti per la raccolta rifiuti”

next