“È da ieri che passo le ore a tranquillizzare i miei elettori che mi dicono: ‘Noi non voteremo mai la Raggi al secondo turno’. Lo dico con molta franchezza, chiarezza e trasparenza: gli elettori del Pd non voteranno mai Virginia Raggi al ballottaggio nelle elezioni amministrative di Roma“. Così deputata del Pd, Patrizia Prestipino, in una intervista di Lanfranco Palazzolo per Radio Radicale, fuga ogni incertezza su un possibile voto dem alla candidata sindaca di Roma per il M5s, Virginia Raggi, qualora quest’ultima andasse al ballottaggio.

E aggiunge: “Siamo sinceri e bando all’ipocrisia: neppure i 5 Stelle voteranno noi, soprattutto i duri e puri. Vinca allora il migliore. Secondo me, vincerà Gualtieri e quindi non ci sarà questo problema. Il rapporto che abbiamo col M5s a livello nazionale non ha niente a che vedere con le situazioni territoriali, dove ci sono meccanismi diversi. Basti pensare all’odio social. Io stessa sono stata travolta da migliaia di insulti di grillini duri e puri, fan della Raggi, solo perché ho detto che è un sindaco inadeguato. Quella roba purtroppo non si dimentica e non può essere cancellata con un colpo d’ala. Rimane una diffidenza storica tra noi del Pd e molti grillini – continua – Tanti sono stati gli errori politici dell’amministrazione Raggi, come l’ultimo, ovvero la cacciata dell’assessore allo Sport Daniele Frongia a neanche 20 giorni dal fischio d’inizio degli Europei a Roma (Uefa Euro 2020, ndr). Cioè cambia più assessori lei che io parrucchieri. Abbiamo avuto un continuo valzer di nomine e anche quello non è un sintomo di serietà. Non mi piace neanche come ha gestito le partecipate e il Pnrr, dove non c’è quasi niente per Roma. È una vergogna”.

La deputata romana chiosa: “Zingaretti era l’asso da calare per poter vincere le elezioni senza alcun pensiero. Ha deciso di restare in Regione. Basta. Riguardo alla decisione dei 5 Stelle di ricandidare la Raggi, quello che da osservatrice esterna ho visto è che Conte aveva tutto l’interesse alla candidatura di Zingaretti a sindaco di Roma, ma si è trovato isolato in questa posizione perché Di Maio ha voluto la Raggi, nome che è anche servito a non creare contrasti nei 5 Stelle. Ritirare l’appoggio alla Raggi avrebbe sicuramente comportato una scissione forte nel M5s e avrebbe relegato la Raggi stessa nell’ala estrema dura e pura del grillismo ‘prima maniera’, quella di Di Battista per intenderci”.

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