Dopo la Danimarca anche la Norvegia ha deciso di rinunciare al vaccino anti Covi-19 sviluppato dall’Università di Oxford e prodotto da AstraZeneca. Una decisione riguarda anche il composto di Janssen (Johnson&Johnson). L’annuncio è arrivato dalla premier norvegese Erna Solberg. Il caso delle trombosi rare innescate dal vaccino a vettore virale e il cui meccanismo sono ancora da comprendere totalmente da comprendere aveva spinto diversi paesi alla stop.

Dopo le valutazioni dell’Agenzia europea del farmaco (Ema) alcuni paesi europei non avevano ripreso le somministrazioni e altri avevano fissato una soglia di età visto che i casi erano stati osservati maggiormente in donne giovani. Solo ieri la commissione tecnico scientifica dell’Agenzia italiana del farmaco aveva confermato il parere richiesto dal ministero della Salute ovvero che il rapporto beneficio rischio è progressivamente più favorevole con l’età. Certo è che l’intenzione in Italia è quella di abbassare la soglia di somministrazione nella fascia 50-60 anni. La Germania invece ha deciso una sorta di liberalizzazione per finire le dosi che saranno iniettate anche agli under 60 su base volontaria e dopo consulto medico.

Intanto oggi proprio l’Ema si espressa sulla seconda dose a chi ha ricevuto già la prima. “Non abbiamo indicazioni che la somministrazione della seconda dose di AstraZeneca possa accrescere il rischio di eventi rari avversi legati alle trombosi, per questo motivo riteniamo che la seconda dose del siero – ha dichiarato Marco Cavaleri in una conferenza stampa dell’Ema – debba essere usata. Allo stesso tempo, sappiamo che ci sono Paesi che pensano di dare un altro vaccino come seconda dose. C’è un test clinico in corso nel Regno Unito che ci darà informazioni importanti se sia il caso di andare in questa direzione”.

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