La cronaca che riporta indietro di oltre 40 anni, a quei 70 e inizi 80 ribattezzati Anni di Piombo. Più di un decennio di attentati, omicidi, sequestri, stragi per mano del terrorismo nero e rosso che hanno stravolto e cambiato l’Italia. Oggi quegli anni riemergono dopo l’arresto e la richiesta di estradizione dalla Francia di dieci ex terroristi rossi condannati per reati di sangue. E in occasione del Giorno delle Memoria delle vittime del terrorismo e delle stragi, è il capo dello Stato, Sergio Mattarella, che affida a un’intervista con Repubblica la sua riflessione su quel periodo, ricordando che “ci sono ancora ombre, spazi oscuri, complicità non pienamente chiarite“.

Il punto di collegamento con i nostri anni è, quindi, la decisione di Parigi di accettare la richiesta di estradizione dell’Italia, fino ad oggi ostacolata dalla cosiddetta “dottrina Mitterrand”, per quei condannati per terrorismo che abbiano compiuto crimini di sangue. “Una decisione che lo Stato italiano chiedeva da tempo – ricorda il presidente della Repubblica – Ringrazio il presidente Macron, con la sua decisione ha confermato amicizia per l’Italia e manifestato rispetto per la nostra democrazia. Mi auguro che possa avvenire lo stesso per quanti si sono sottratti alla giustizia italiana e vivono la loro latitanza in altri Paesi”.

Mattarella torna poi con la memoria a quegli anni “molto sofferti, in cui la tenuta istituzionale e sociale del nostro Paese è stata messa a dura prova” e respinge la tesi secondo cui gli Anni 70 siano stati un prodotto delle lotte politiche e sociali, anche aspre, del ’68: “Possiamo dire che il dibattito pubblico italiano si arricchì nel 1968 e nel 1969 di elementi che portarono a risposte positive. La radicalizzazione ideologica di frange nichiliste introduce a partire dagli Anni 70 modelli di terrorismo ‘fai da te’, gruppi che ritengono di porsi come isolate avanguardie contro tutto e contro tutti, ispirate dall’aberrante teoria del superuomo o da quella della prevalenza della massa sulla persona“.

È quando gli viene chiesto quali fossero, a suo parere, le differenze tra terrorismo rosso e nero che il presidente introduce la questione delle “trame oscure” che operavano per destabilizzare la democrazia italiana: “L’obiettivo del terrorismo rosso – dice – era di approfondire i solchi e le contrapposizioni nella società e nella politica, per spingere, compiendo attentati, il proletariato a fare la rivoluzione, cercando di delegittimare i partiti della sinistra tradizionale, accusati di essersi ‘imborghesiti’. Il terrorismo nero, accanto a suggestioni nostalgiche di improbabili restaurazioni, è stato spesso strumento, più o meno consapevole, di trame oscure che avevano l’obiettivo di rovesciare l’asse politico del Paese interrompendo il percorso democratico, provocando una reazione alle stragi che conducesse a un regime autoritario, così come era avvenuto in Grecia“. Dinamiche alle quali non sempre si è riusciti a dare spiegazioni e risposte: “Come ha ricordato il Presidente Napolitano in occasione della Giornata della Memoria nel 2012 ‘non brancoliamo nel buio di un’Italia dei misteri, ci troviamo dinanzi a limiti da rimuovere e a problemi di giustizia e di verità ancora da risolvere, ma in un’Italia che ha svelato gravissime insidie via via liberandosene, individuandone e sanzionandone a centinaia gli sciagurati attori’. Desidero riaffermare la riconoscenza per il coraggio di giudici e di giurie popolari di cittadini che non avevano ceduto alle minacce. Ci sono ancora ombre, spazi oscuri, complicità non pienamente chiarite. Mi ha colpito molto il dialogo di qualche giorno fa tra la vedova e il figlio del commissario Calabresi che si sono detti persino pronti, insieme ad altri familiari delle vittime, a rinunciare al loro titolo ad avere giustizia, dopo tanti anni, in cambio della piena verità da parte degli assassini dei loro cari. L’esigenza di completa verità è molto sentita dai familiari. Ma è anche un’esigenza fondamentale per la Repubblica. Il trascorrere del tempo non colloca quanto avvenuto tra gli eventi ormai esausti, consumati, da derubricare”.

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