Le forze di sicurezza israeliane si sono scontrate con i manifestanti radunati per difendere i diritti delle famiglie palestinesi al centro di un controverso caso di proprietà terriera. Nel quartiere di Sheikh Jarrah, vicino alla Città Vecchia di Gerusalemme, gli ebrei israeliani sostenuti da tribunali hanno preso il controllo delle case in virtù del fatto che le famiglie ebraiche vivevano lì prima della fuga causata dalla guerra d’indipendenza di Israele del 1948. La Corte Suprema di Israele si è pronunciata in favore dello sfratto delle quattro famiglie il 6 maggio, scatenando le proteste sfociate in guerriglia. In serata sono state bruciate anche alcune vetture.

Almeno 163 palestinesi e sei agenti di polizia sono rimasti feriti negli scontri. All’inizio i tafferugli si sono concentrati sulla Spianata delle Moschee e poi si sono estesi a tutta la città. La Mezzaluna Rossa ha detto che gli scontri più violenti sono avvenuti nel complesso della moschea di Al-Aqsa e che la maggior parte delle ferite sono state causate da proiettili di gomma. Decine di dimostranti sono rimasti sul luogo delle preghiere e hanno cominciato a protestare contro gli sfratti di famiglie palestinesi nel quartiere di Sheikh Jarrah nella parte est della città. I media locali hanno anche riferito dell’allestimento di un ospedale da campo per curare l’elevato numero di feriti.

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