di Andrea Taffi

Partiamo da una teoria: il Governo Draghi è il “governo dei migliori“, e non importa (ma solo per amore di teoria) che alcuni di questi migliori lo siano per la proprietà transitiva: se Mario Draghi è il migliore lo è anche chi è stato scelto da lui (o semplicemente avallato). Siccome, però, vige il metodo scientifico, ogni teoria (al di là delle delle manifestazioni di fede di moltissimi intellettuali e giornalisti in Italia) necessita di una dimostrazione. Ecco, quindi, che sarà solo l’operato del governo a dimostrare se la teoria dei migliori è valida oppure no.

Ora, si è portati a credere che questa dimostrazione passi dalla validità ed efficacia del piano di riforme recentemente presentato all’Europa per la concessione, da parte di Bruxelles, dei soldi necessari per l’esecuzione delle riforme nazionali necessarie e urgenti. Altra prova della validità del governo Draghi è la buona gestione del piano vaccinale o del bilanciamento delle esigenze sanitarie ed economiche nella delicata questione tra aperture e chiusure. Tutto vero, tutto giusto. Eppure c’è (secondo me) una prova più semplice, meno epocale e di sistema, sul metro della quale può essere valutata la valenza del Governo Draghi.

Questa prova si chiama ddl Zan, ossia il disegno di legge per stabilire l’illegalità della propaganda e dell’istigazione a delinquere per motivi di discriminazione fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità, presentato su iniziativa del senatore Partito Democratico Alessandro Zan. Un disegno di legge che tende (in estrema sintesi) ad azzerare le differenze tra persone basate solo sul loro orientamento sessuale. Il ddl Zan ha superato il primo ostacolo, ottenendo una maggioranza risicata in Commissione Giustizia del Senato, e adesso è pronto per la discussione parlamentare, quando il Senato riterrà opportuno fissarne la data.

Nel frattempo si sono armati e schierati i nemici: mi riferisco alla Lega, ai Vescovi italiani, alla Conferenza Episcopale Italiana e a tutti coloro che ritengono che la famiglia sia quella composta da un uomo e da una donna e dai loro figli. Se e quando il ddl Zan raggiungerà le aule del nostro Parlamento, sarà una battaglia (aperta e sotterranea) che finirà (nella migliore delle ipotesi) per depotenziare una legge modello, rendendola di fatto priva di efficacia e quindi di giustizia. Lo abbiamo già visto con altri provvedimenti che tendevano a garantire diritti che, pur sacrosanti, sono stati diminuiti e riconosciuti in Parlamento come fossero solo delle benevole concessioni.

E allora, visto che sembrerebbe che dove mette il cappello Draghi nessuno (anche se in disaccordo) osa contestare, il miglior premier del governo dei migliori dovrebbe (secondo me) fare un gesto che spazzerebbe via ogni discussione sfibrante: mettere la fiducia sul ddl Zan. La fiducia, sì, perché è sbagliato o no, è ingiusto o no che un gay, una lesbica o un trans siano discriminati perché tali? È sbagliato o no, è ingiusto o no che due donne o due uomini che stanno insieme, e i loro figli, non possano essere definiti una famiglia?

Per chi risponde Sì a queste domande, e un governo dei migliori deve rispondere Sì, non può permettere che un disegno di legge, che prima che di civiltà è di giustizia, si impantani in quelle stanze del Parlamento dove finiscono tutte le cose migliori del nostro legislatore più illuminato. E a proposito: grande Fedez!

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