Nella provincia di Latina oggi si contano 121 nuovi casi sui 964 totali della Regione Lazio. Dopo l’alert sulla pericolosità della variante indiana, a preoccupare sono i possibili arrivi dall’India – prima che il ministro Roberto Speranza decidesse la chiusura dei voli – di persone appartenenti alla comunità sikh, circa 15mila persone, che vede molti dei suoi componenti impiegati nell’agricoltura. L’assessore alla Sanità della Regione, Alessio D’Amato, comunica che è stata attivata “una vasta indagine epidemiologica nei confronti della comunità e che ora si attende l’esito dei test inviati allo Spallanzani per i i sequenziamenti per verificare ipotesi di varianti”. D’Amato spiega che dopo lo screening, portato avanti con la mediazione del prefetto di Latina e collaborazione delle autorità religiose, la Regione Lazio “è in costante contatto con la Asl e il Prefetto per valutare l’evolversi della situazione”. Intanto, oggi in Veneto è stata individuata per la prima volta la variante indiana del virus su due persone, padre e figlia, rientrate a metà aprile dal paese di origine. Per altri due pazienti, residenti nel veneziano, la conferma della presenza della variante indiana si attende dal sequenziamento del genoma in corso all’istituto Zooprofilattico delle Venezie.

La comunità sikh di Latina è sempre stata comunque oggetto di screening in particolare nelle aziende agricole dove molti lavorano come braccianti. “Le condizioni di sovraffollamento abitativo sono piuttosto frequenti – spiega la direttrice generale dell’Asl, Silvia Cavalli – La comunità è stata toccata da casi di Covid, ma finora si tratta di varianti già note. Rappresentano in media meno del 10 per cento dei casi giornalieri”. Tra le attività di monitoraggio e prevenzione anche quella di rintracciare chi è tornato dall’India prima del blocco dei voli provenienti da quel Paese, per capire se si sta attenendo alla quarantena.

In questo senso si è tenuta una riunione in prefettura con dirigenti della Asl e i sindaci dei comuni dove insiste di più la comunità, quelli più a vocazione agricola, in particolare Pontinia, Fondi e Aprilia. “Da alcune settimane stiamo facendo attività di screening di massa nelle aziende agricole su tutti i braccianti – aggiunge Cavalli – Stiamo facendo interventi nelle scuole, abbiamo diffuso opuscoli tradotti nelle loro lingua. I positivi vengono isolati e seguiti attentamente. Stiamo incontrando anche i loro capi religiosi per dare corrette informazioni alla comunità”, spiega ancora la direttrice generale dell’Asl.

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